Secondo il ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti, la stabilità dei prezzi del petrolio rispetto a gas e carbone evidenzia che l'OPEC+ sta facendo un buon lavoro di bilanciamento tra domanda e offerta.
Il ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti, il principe Abdulaziz bin Salman, ha dichiarato giovedì che, sebbene i prezzi del petrolio siano saliti al massimo in tre anni di oltre 80 dollari al barile, la crescita è stata minima rispetto alla volatilità dei prezzi di gas e carbone. Ha ribadito che il cartello OPEC+, guidato da Riyadh e Mosca, dovrebbe attenersi a un graduale aumento della produzione, nonostante gli appelli di molti commercianti e persino della Casa Bianca ad agire più rapidamente.
Dalla fine di giugno, i futures sul gas in Europa e in Asia sono aumentati di oltre il 150%.
In confronto, il prezzo del greggio Brent è aumentato solo del 12%. 
L'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati sono stati sotto pressione da parte dei principali consumatori per accelerare il passo dell'aumento delle loro forniture. Successivamente, le richieste sono diventate ancora più attive, poiché l'aumento dei prezzi di gas ha costretto alcuni produttori di elettricità a passare a petrolio.
Il ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al Mazroui, ha sostenuto i commenti degli altri premier, affermando che il mercato di petrolio è diventato molto più logico grazie alla posizione dell'OPEC+ rispetto al mercato di gas. Inoltre, non vi è alcun pericolo di surriscaldamento del mercato.
Il principe Abdulaziz ha affermato che c'è un'alta probabilità di un eccesso di offerta di petrolio il prossimo anno.
Inoltre, alcuni commercianti di Wall Street hanno affermato che la domanda globale di petrolio scenderà al di sotto dell'offerta intorno al livello dell'inizio del 2022. Secondo JPMorgan Chase & Co, il saldo giornaliero passerà dal deficit di offerta di circa 1,5 milioni di barili di oggi a un surplus di quasi 2 milioni di barili entro marzo.
