Gli indici chiave del mercato azionario statunitense - DOW Jones, NASDAQ e S&P 500 - hanno chiuso giovedì con un altro forte calo. Come abbiamo detto nei precedenti articoli, di tanto in tanto gli indici azionari vengono corretti contro la correzione, cioè al rialzo, ma poi il ribasso riprende. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a un altro round di correzione al rialzo, quindi ora è il momento di una nuova caduta. La situazione del mercato azionario statunitense e il contesto fondamentale non cambiano affatto. Il mercato è ancora in attesa di un potente rialzo dei tassi e dell'inizio del programma QT, il che significa la vendita di buoni del Tesoro e mutui dai conti della Fed. Sia il primo che il secondo passo sono l'inasprimento della politica monetaria. Pertanto, non c'è nulla di sorprendente nel fatto che le attività rischiose stiano scendendo di prezzo, no. La cosa più interessante è che il principale motore dell'aumento del tasso chiave è l'inflazione... Dopotutto, è stata l'inflazione negli Stati Uniti a salire ai massimi di 40 anni, e ora è assolutamente impossibile concludere che sia persino iniziata rallentare. A fine aprile l'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,2% in termini annui, ma, come abbiamo già detto, potrebbe trattarsi di una coincidenza, di un incidente o di un banale pullback. Sì, negli indicatori macroeconomici c'è anche il concetto di "pullback". Pertanto, per ora, l'inflazione conserva tutte le possibilità di continuare ad accelerare. E se sia vero o no, lo scopriremo oggi, quando verrà pubblicato il rapporto di maggio.
"La Russia è responsabile di tutto". È questa opinione che è stata espressa sempre più spesso negli ultimi anni da alti funzionari economici degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. Ricordiamo che l'aumento dei prezzi (cioè l'inflazione) dipende in gran parte dai prezzi degli idrocarburi. Se il prezzo del petrolio o della benzina aumenta, significa che il prezzo di quasi tutto aumenta, poiché il costo della benzina è incluso nella produzione o consegna di qualsiasi merce. Inoltre, il conflitto militare tra Ucraina e Russia ha portato a un'interruzione ancora maggiore delle catene di approvvigionamento in tutto il mondo. E la preoccupazione maggiore ora è la questione del cibo, dal momento che non c'è modo di esportare grano e altri raccolti agricoli dai porti ucraini bloccati, da cui dipendono principalmente i paesi poveri del mondo. Naturalmente non ci sarà carestia nell'Unione Europea o negli Stati Uniti, ci sarà solo un nuovo aumento dei prezzi dei prodotti alimentari scarsi. Sono stati proprio questi pensieri che il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen ha espresso nel suo ultimo discorso. Ha definito l'inflazione "inaccettabile", pericolosa per l'economia, e ha anche ammesso il proprio errore quando ha parlato della breve durata dell'inflazione elevata. Yellen ha anche affermato che è molto importante ridurre l'inflazione senza creare pressione sul mercato del lavoro e ha osservato che la Fed indipendente è responsabile dell'inflazione. Ebbene, oggi vedremo se l'aumento del tasso all'1% porterà al completamento dell'accelerazione di questo indicatore.
