L'alleanza petrolifera saudita-russa potrebbe potenzialmente causare problemi all'economia statunitense, così come alla campagna elettorale di Joe Biden. La decisione dell'OPEC+ di ridurre la produzione di petrolio per la seconda volta quest'anno potrebbe essere solo l'inizio.
Questo annuncio del 2 aprile, che ha portato ad un aumento dei prezzi del petrolio di circa 5 dollari al barile, significa che i rischi di recessione sono maggiori di quanto sarebbero altrimenti, poiché i consumatori che spendono di più per l'energia avranno meno denaro per altre cose e l'inflazione sarà più alta.
Tuttavia, ancora più importante è il fatto che le azioni dell'OPEC+ indicano un probabile movimento dei prezzi del petrolio nei prossimi anni.
In un mondo di alleanze geopolitiche in continua evoluzione, l'Arabia Saudita sta uscendo dall'orbita di Washington. I sauditi stanno stabilendo i livelli di produzione petrolifera in coordinamento con la Russia. Quando volevano ridurre le tensioni con il loro rivale regionale, l'Iran, si sono rivolti alla Cina per la mediazione, lasciando gli Stati Uniti ai margini. In altre parole, l'influenza occidentale sul cartello petrolifero è al minimo storico degli ultimi decenni.
E tutti i membri dell'OPEC+ hanno le proprie priorità, dalle ambiziose pianificazioni dell'erede al trono dell'Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, per rivedere la propria economia, alla guerra di Putin. Qualsiasi entrata aggiuntiva che ottengono da prezzi del petrolio più alti è utile.
Il rappresentante del Dipartimento di Stato ha dichiarato in risposta alla preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo alla decisione dell'OPEC+ di ridurre la produzione di petrolio dopo la visita del presidente Biden in Arabia Saudita, che "l'amministrazione è concentrata nel mantenere i prezzi interni dell'energia e garantire la sicurezza energetica degli Stati Uniti". "Gli Stati Uniti ritengono che la riduzione della produzione non sia ragionevole, data la volatilità del mercato, ma aspetteranno per vedere quali azioni prenderà infine l'OPEC+", ha detto il rappresentante.
Nel frattempo, la minaccia della concorrenza dei giacimenti di scisto degli Stati Uniti, che ha frenato la crescita dei prezzi in passato, si è ritirata. E sebbene siano in corso sforzi globali per ridurre l'uso di combustibili fossili e prezzi più elevati accelereranno questi sforzi, la perforazione tempestiva dello scorso anno mostra che l'economia a basse emissioni di carbonio rimane un obiettivo a lungo termine piuttosto che una forza trainante a breve termine.
Anche se alcuni analisti dicono che gli ostacoli alla domanda indicano che il recente aumento dei prezzi potrebbe essere temporaneo, la maggior parte prevede che nei prossimi anni i prezzi supereranno gli 80 dollari al barile, decisamente al di sopra del prezzo medio di 58 dollari al barile nel periodo dal 2015 al 2021.
