Il dollaro australiano è "volato nello spazio" dopo che la Banca centrale dell'Australia ha segnalato un ulteriore inasprimento della politica monetaria dopo l'improvviso aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale.
Come è stato reso noto oggi, la Reserve Bank of Australia ha aumentato il tasso di interesse al 3,85% - il livello più alto da aprile 2012. Questa decisione è stata abbastanza inaspettata e solo alcuni economisti l'avevano prevista. Per questo motivo, il dollaro australiano si è rafforzato, passando dal livello di 0,6620 a 0,6720 in poche ore.
Anche le aspettative di ulteriori aumenti dei tassi sono state riviste sul mercato dei futures e attualmente i partecipanti al mercato valutano la probabilità di un tasso intorno al 4% entro settembre, rispetto al 3,6% previsto fino ad oggi.
Come notano gli esperti, la crescita inaspettata dopo la pausa di aprile è avvenuta poco dopo che la RBA ha raccomandato di rivedere la composizione attuale del consiglio di amministrazione e di rafforzare i suoi legami. Il tesoriere Jim Chalmers dovrebbe annunciare nei prossimi mesi se prolungherà il mandato del governatore Philip Lowe o ne nominerà uno nuovo. L'improvviso aumento indica anche un cambiamento nella valutazione della RBA del compromesso tra crescita e inflazione.
Come ho già notato, il dollaro australiano è salito di oltre l'1%, mentre il rendimento dei titoli di stato a tre anni è aumentato di 22 punti base. È evidente che la decisione odierna della Reserve Bank of Australia (RBA) è un passo contro le aspettative del mercato, che colma il divario nella politica rispetto a paesi come la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti e la Banca Centrale Europea.
Nel frattempo, le critiche nei confronti del governatore della RBA, Philip Lowe, aumentano, poiché ha mantenuto una posizione morbida per troppo tempo dopo l'era pandemica, dicendo che i tassi non aumenteranno probabilmente fino al 2024. La RBA ha iniziato ad aumentare aggressivamente i tassi a maggio 2022 e poi, prima altre banche centrali, ha deciso di prendere una pausa nel ciclo di rafforzamento della politica, che si è rivelata una scelta errata.
Nella decisione odierna sono state presentate anche le previsioni trimestrali aggiornate, che saranno pubblicate completamente venerdì. Queste previsioni sono cambiate poco rispetto a tre mesi fa, dove si diceva che l'inflazione sarebbe scesa al 4,5% quest'anno, dal 7% nel primo trimestre, e al 3% a metà del 2025. Viene indicata una rapida crescita dei costi del lavoro, mentre la crescita della produttività si è rallentata. La banca centrale resta allerta per il rischio di una spirale "prezzo-stipendio".
In questa settimana, anche la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea alzeranno di nuovo i tassi.
