Il prezzo del gas naturale è salito in Europa a causa dell'imminente sciopero che potrebbe ridurre l'offerta mondiale di gas naturale liquefatto (GNL) del 10%. I dipendenti che lavorano sul principale progetto di esportazione in Australia della Woodside Energy Group Ltd. hanno pianificato uno sciopero se la dirigenza non raggiungerà un accordo sulla loro retribuzione entro mercoledì.
Il prezzo del gas sulla borsa ICE Futures è aumentato di quasi il 18% all'apertura del mercato oggi. Il prezzo del contratto future di settembre sul TTF hub nei Paesi Bassi è salito a 485$ per 1.000 metri cubi.
Gli operai nelle fabbriche di produzione di gas naturale liquefatto chiedono un aumento del salario base e migliori condizioni di lavoro. Inoltre, stanno richiedendo alla dirigenza di prendere finalmente misure per garantire l'occupazione e limitare il trasferimento delle funzioni alle imprese appaltatrici. Se la compagnia petrolifera e del gas australiana non presenterà un accordo adeguato, i lavoratori inizieranno uno sciopero il 2 settembre. Questo è stato comunicato dai sindacati nel fine settimana.
L'Australia è uno dei maggiori esportatori di gas naturale liquefatto. Lo scorso anno è stata al primo posto al mondo per le esportazioni di GNL, rappresentando il 21% del mercato. Al secondo posto c'era il Qatar (20%), seguito dagli Stati Uniti (19%).
La chiusura delle fabbriche in Australia aumenterebbe la già intensa concorrenza tra i paesi asiatici ed europei. I maggiori acquirenti di GNL in Australia sono Cina e Giappone, seguiti da Corea del Sud e Taiwan.
Ma il problema non riguarda solo la Woodside. Anche la più grande compagnia energetica integrata Chevron Corp. potrebbe affrontare una sospensione della produzione, poiché i lavoratori hanno iniziato a votare per eventuali scioperi la scorsa settimana. Per questo motivo, Chevron ha già iniziato a ridurre le vendite di gas sul mercato spot, anche se lo sciopero pianificato ufficialmente non è ancora iniziato.
I negoziati tra la direzione dello stabilimento e i lavoratori sono ora seguiti da vicino non solo in Asia, ma anche in Europa. Se accade che gli scioperi diventino regolari, i prezzi del gas saliranno alle stelle in tutti i mercati senza eccezioni. Le probabilità di questa eventualità sono molto alte, poiché entrambe le parti sembrano non essere disposte a cedere. Pertanto, questa settimana sarà determinante, dato che nel weekend passato non sono state riportate notizie importanti in merito.
Questa situazione con gli scioperi probabilmente non comporta rischi per l'Unione Europea, poiché le riserve sotterranee in questa regione sono già al 80% e la stagione di riscaldamento invernale arriverà solo tra due mesi, momento in cui le riserve saranno già completamente piene.
Questa situazione sarebbe molto più problematica per l'UE se la sua economia fosse in forte crescita economica, quindi l'industria consumerebbe molta più gas. Ma cosa vediamo oggi? L'economia europea non solo non cresce, ma è anche sull'orlo di una recessione che minaccia la regione già nel quarto trimestre di quest'anno. In questa situazione, non ci si può aspettare un grande consumo di gas da parte dei paesi dell'UE.
I possibili scioperi in Australia sono molto più pericolosi per l'Asia, in particolare per il Sud-est asiatico, che potrebbe diventare uno dei fattori chiave nella crescita della capitalizzazione di NOVATEK. La società, che è il più grande produttore indipendente di gas naturale in Russia, si è storicamente concentrata sulle esportazioni di GNL verso questa regione asiatica.
