Secondo quanto dichiarato dall'Arabia Saudita, la sua volontaria riduzione della produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno verrà prorogata fino alla fine dell'anno in corso. Allo stesso tempo, i prezzi di vendita ufficiali per le forniture all'Asia sono rimasti invariati, poiché la redditività delle raffinerie di petrolio è diminuita.
Questi due passi hanno sollevato dubbi sulle prospettive della domanda di petrolio, suggerendo che questo comportamento dell'Arabia Saudita indica incertezza sulla domanda sufficiente.
In aggiunta, la compagnia energetica statale saudita Aramco, citando la diminuzione dei prezzi del petrolio e la diminuzione delle vendite, ha segnalato una riduzione del 23% dei profitti nel terzo trimestre. Questo è il risultato delle riduzioni volontarie. Nonostante il risultato sia stato previsto, è risultato migliore delle previsioni degli analisti. Tuttavia, ciò ha comunque sollevato dubbi sulla sostenibilità della domanda di petrolio nel lungo periodo.
Secondo quanto dichiarato dall'analista energetico di Reuters Clyde Russell, l'estensione della riduzione aggiuntiva di 1 milione di barili al giorno è probabilmente un tacito riconoscimento che la domanda di petrolio grezzo non è così elevata come previsto dall'OPEC.
Per quanto riguarda la domanda di petrolio in Occidente, di recente l'Unione Europea ha tenuto una riunione straordinaria per discutere lo stato precario delle sue scorte di carburante e la possibilità di creare qualcosa simile a una riserva strategica di gasolio. Tuttavia, questo non significa una diminuzione della domanda, ma piuttosto un'offerta più bassa di quanto desiderato.
Nel frattempo, le esportazioni dell'OPEC stanno aumentando, mettendo pressione sui prezzi. Questo potrebbe indicare un'offerta sufficiente, sopprimendo le preoccupazioni sulla sua carenza.
Secondo quanto dichiarato dall'analista Giovanni Staunovo, attualmente le esportazioni di petrolio grezzo dell'OPEC sono cresciute di circa 1 milione di barili al giorno rispetto al minimo di agosto a causa della diminuzione stagionale della domanda interna nel Medio Oriente. È una quantità molto grande di forniture che i paesi consumatori di petrolio potrebbero assorbire.
Tuttavia, la questione non riguarda solo il volume delle forniture. Le raffinerie di petrolio cinesi stanno riducendo la produzione a causa della diminuzione della redditività e perché il governo non ha stabilito quote aggiuntive per l'esportazione di carburante. Se si guarda a questa informazione in modo più ampio, significa che al di fuori della Cina c'è una domanda sana di carburante, ma Pechino sta trattenendo le quote.
Il mese scorso, l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ha previsto che la domanda di petrolio raggiungerà il suo picco entro il 2030, basandosi sulla diffusione su larga scala di veicoli elettrici. Da allora si è scoperto che i produttori di questi veicoli non sono ottimisti. Il settore soffre di una domanda più bassa del previsto e di vari problemi, dall'aumento delle tariffe assicurative alla mancanza di stazioni di ricarica e alla dipendenza delle prestazioni dalle condizioni meteorologiche.
Nel frattempo, l'OPEC continua a dimostrare fiducia in una sana domanda di petrolio.
Forse l'Arabia Saudita è preoccupata per la domanda e quindi ha esteso la riduzione della produzione. Oppure, forse, Riyadh vuole prezzi del petrolio ancora più alti per continuare la costruzione del suo fantastico progetto Neom del valore di 500 miliardi di dollari. Tuttavia, questo non ha importanza. Quello che è importante è che, se lo desidera, l'Arabia Saudita può togliere dal mercato un numero maggiore di barili, se necessario.
È il mercato fisico che rivela la domanda effettiva. Se il mercato fisico è teso, i prezzi saliranno. Secondo l'AIE, attualmente la domanda di petrolio sta per raggiungere un nuovo record annuale.
