In base al rapporto, l'indice di fiducia della National Federation of Independent Business è aumentato lo scorso mese di 1,3 punti, raggiungendo quota 91,9, il che rappresenta il livello più alto da luglio e corrisponde al miglior risultato del 2023. I proprietari di piccole imprese sono stati meno pessimisti sulle prospettive di sviluppo, e solo il 4% degli intervistati prevede una diminuzione delle vendite nei prossimi tre mesi, il che rappresenta il valore più basso degli ultimi due anni.
Sebbene il rapporto abbia rilevato che le piccole imprese rimangono pessimistiche riguardo all'economia, le loro opinioni sembrano stabilizzarsi anziché peggiorare. Alla fine dell'anno scorso, la Federal Reserve ha fatto chiaramente capire di aver finito di aumentare i tassi di interesse, e i commenti dei funzionari della Banca centrale fatte questa settimana lo confermano.
La principale speranza di un abbassamento dei tassi è legata all'inflazione, il cui aumento è notevolmente rallentato, ma i rischi rimangono e sono direttamente collegati a un mercato del lavoro stabile. Da un lato, un alto livello di occupazione nell'economia potrebbe creare le condizioni per una leggera crescita dei prezzi grazie al mantenimento di elevati livelli di spesa. Dall'altro lato, un forte mercato del lavoro aiuterà gli Stati Uniti a evitare una recessione. Circa questo, di recente ha parlato la ministra delle Finanze Janet Yellen. "L'economia degli Stati Uniti ha raggiunto un atterraggio morbido tanto atteso, un evento storicamente insolito in cui l'alta inflazione è contenuta senza causare danni significativi al mercato del lavoro. Quello che stiamo vedendo ora, credo, può essere descritto come un atterraggio morbido, e spero che continuerà", ha detto Yellen in un'intervista.
Tuttavia, molti imprenditori segnalano ancora difficoltà a riempire le posizioni aperte e ad attirare professionisti qualificati. Nel frattempo, sempre più aziende riferiscono di una riduzione del personale che continua per il nono mese, corrispondente alla striscia più lunga dal 2011.
Ieri è stato pubblicato anche un rapporto abbastanza positivo sul deficit commerciale degli Stati Uniti, che a novembre si è inaspettatamente ridotto, grazie alla crescita delle esportazioni di servizi e a una leggera diminuzione delle importazioni di beni. Secondo il Dipartimento del Commercio, il deficit commerciale di beni e servizi è sceso del 2% rispetto al mese precedente a 63,2 miliardi di dollari, mentre la stima media degli economisti prevedeva un deficit pari a 64,9 miliardi di dollari.
Nonostante il calo di novembre, le importazioni di beni sono rimaste piuttosto forti in un contesto di robusta spesa dei consumatori, mentre le esportazioni di servizi hanno raggiunto la cifra record di 85,7 miliardi di dollari.
Considerando l'inflazione, il deficit commerciale di beni si è ridotto a novembre a 84,8 miliardi di dollari, il che rappresenta il livello più basso degli ultimi tre mesi.
Per quanto riguarda il quadro tecnico della coppia EUR/USD, gli acquirenti continuano a mantenere le proprie posizioni, ma per riconquistare completamente l'iniziativa, i tori devono prendere il controllo del livello 1,0960, il che consentirà di puntare al livello di 1,1000. Da lì, è possibile avanzare verso il livello 1,1035, ma farlo senza il sostegno dei grandi operatori di mercato sarà piuttosto problematico. L'obiettivo più lontano sarà il massimo di 1,1070. In caso di calo della coppia, solo intorno al livello 1,0915, potrebbero esserci azioni significative da parte dei grandi acquirenti. Se non si presenterà alcun supporto, sarebbe opportuno attendere quando il prezzo raggiunge il minimo intorno al livello 1,0880 o aprire posizioni long dal livello di 1,0830.
