Durante l'ultima riunione del FOMC dello scorso anno, che si è tenuta il 17 e 18 dicembre, i tassi di interesse sono stati mantenuti invariati al livello del 5,25–5,50%.
Secondo le proiezioni per il 2024, si prevede un rallentamento della crescita del PIL dall'1,5% all'1,4%, con un tasso di disoccupazione costante al 4,1% e un calo dell'inflazione PCE dal 2,5% al 2,4%.
Sulla base di queste proiezioni, i membri del FOMC hanno votato per modificare il tasso di riferimento, come evidenziato nel grafico a punti della Federal Reserve di dicembre. 
Per il 2024, l'obiettivo del tasso di riferimento della Federal Reserve (Fed) è attualmente del 4,6%, in ribasso rispetto al 5,1% di giugno, 0,50 punti base in meno.
La sintesi trimestrale delle previsioni economiche ha sostenuto la decisione di dicembre.
Prima della riunione del FOMC, prevista per il 30 e 31 gennaio 2024, tre rappresentanti della Fed hanno espresso le loro opinioni.
La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha dichiarato venerdì in un'intervista a Fox Business che né la disoccupazione né l'inflazione le fanno pensare alla necessità di un aggiustamento monetario.
Anche il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ritiene ancora che il primo taglio dei tassi dovrebbe avvenire non prima del terzo trimestre.
Il presidente della Fed di Chicago, Ostan Gulsby, sottolinea anch'esso l'importanza di ottenere dati aggiornati per ulteriori modifiche alla politica monetaria.
In base alle informazioni provenienti da fonti ufficiali, è probabile che il tasso rimanga invariato anche a gennaio. Probabilmente solo in primavera la Fed inizierà a ridurre i tassi, se avrà dati sufficienti per essere certa che l'inflazione sia stata sconfitta.
Secondo il FedWatch Tool del CME, c'è una probabilità del 48% che i tagli dei tassi di interesse inizieranno alla riunione di marzo.
I trader e gli investitori dovrebbero prestare attenzione alla retorica che accompagna questa decisione. Se il presidente della Fed, Jerome Powell, parla di una possibile riduzione dei tassi a marzo, è probabile che il dollaro statunitense si indebolisca rispetto a tutte le principali valute. Probabilmente, nella coppia USD/JPY, potrebbe scendere a livelli compresi tra 140,00 e 142,00, poiché lo yen, come il dollaro, è considerato una valuta rifugio.
Il progresso nel raggiungimento dell'obiettivo di inflazione della Fed al 2% esclude ulteriori restrizioni della politica monetaria. Tuttavia, i dati dell'Ufficio di analisi economica degli Stati Uniti hanno mostrato che l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE), un importante indicatore dell'inflazione, è rimasto stabile al 2,6% a dicembre. Mentre l'indice PCE core, il dato preferito dalla Fed per l'inflazione, è rallentato dal 3,2% di novembre al 2,9%.
Il reddito personale dei consumatori è aumentato dello 0,3% e la spesa personale è aumentata dello 0,7%. Questi dati indicano una forte domanda da parte dei consumatori negli Stati Uniti.
Questi dati integrano i positivi risultati del PIL degli Stati Uniti nel quarto trimestre, indicando che l'economia del paese è in buona forma. Di conseguenza, ciò dovrebbe consentire alla Fed di mantenere i tassi di interesse a livelli elevati anche in futuro. 
Nella tabella sottostante è indicata la variazione percentuale del tasso di cambio del dollaro statunitense rispetto alle principali valute quotate ad oggi. 
Il dollaro statunitense è stato il più debole rispetto al dollaro australiano. 
