Oggi sono stati pubblicati i dati dell'indice core dei prezzi al consumo (CPI) in Giappone, che hanno mostrato una diminuzione al livello del 2,0%, tanto desiderato dalle banche centrali occidentali. Secondo i dati presentati, il tasso di inflazione di fondo nel paese del Sol Levante è sceso in termini annuali a gennaio al 2,0%, sebbene si prevedesse una diminuzione al 1,9% rispetto al 2,3%.
Perché questa notizia è interessante e cosa può dire ai partecipanti al mercato?
Non è un segreto che il Giappone, pur essendo situato nell'Estremo Oriente, appartiene completamente sia politicamente che economicamente all'Occidente. Con un sistema finanziario locale specifico, dopo che alla fine della pandemia da COVID-19 l'inflazione nel paese ha iniziato a crescere a seguito di significative misure di stimolo durante la pandemia, raggiungendo un livello senza precedenti del 4,3% negli ultimi 30 anni circa, le rigorose misure di contrasto l'hanno finalmente portata a scendere al 2%. Invece il valore complessivo dell'indicatore è sceso al 2,2% dal 2,6%, il che non ridimensiona l'importanza di questa notizia.
Cosa può dirci questa statistica giapponese? Che molto probabilmente, nel prossimo futuro, ci si può aspettare una diminuzione dell'inflazione non solo nell'Europa continentale e nel Regno Unito, ma anche nel paese leader del "mondo occidentale", cioè, negli Stati Uniti.
In passato abbiamo prestato molta attenzione alle dinamiche dell'inflazione negli Stati Uniti e alle misure per contrastarla. Ciò è comprensibile perché la Federal Reserve continua a dettare legge nei flussi finanziari mondiali e ha un'influenza dominante sui mercati borsistici e fuori borsa. Considerando le notizie odierna dal Giappone, si può presumere con alta probabilità che il processo di riduzione dell'inflazione possa intensificarsi anche negli Stati Uniti. A sostegno di ciò ci sono le aspettative di una diminuzione della crescita del PIL nel quarto trimestre dell'anno scorso, la riduzione dei salari e una situazione difficile nel settore reale dell'economia nazionale.
Ad esempio, oggi verranno pubblicati i dati sugli ordini di beni durevoli di base e sui loro volumi. A gennaio, la crescita degli ordini dovrebbe rallentare allo 0,2% dallo 0,6% del periodo in esame precedente. Mentre il per il loro volume si prevede un calo del 4,9% rispetto al punto zero precedente.
Se queste previsioni saranno confermate, allora possiamo dire con certezza che la domanda di automobili, frigoriferi e simili da parte della popolazione americana sta diminuendo, a causa della diminuzione dei redditi reali. Questo stato di cose metterà sicuramente pressione sull'indice dei prezzi al consumo, che potrebbe mostrare un calo al di sotto del 3%. Naturalmente, ciò attirerà l'attenzione della Fed, che in precedenza, attraverso il suo leader e i suoi membri, ha ripetutamente sottolineato l'importanza dei dati in arrivo nelle decisioni sulla tempistica dell'inizio della riduzione dei tassi di interesse.
Come potrebbe reagire il dollaro ai dati statistici in America e in Giappone?
Ha già iniziato a diminuire rispetto allo yen e alle altre principali valute. L'indice del dollaro ICE sta scendendo in modo deciso al di sotto del livello di 103,00 punti. I rendimenti del Tesoro sono ancora in fase di consolidamento, ma potrebbero anche scendere sulla scia di un rinnovato interesse per gli acquisti.
In generale, oggi e nei giorni successivi, se i dati statistici americani dimostreranno un indebolimento degli indicatori inflazionistici e produttivi, il dollaro potrebbe subire sempre più pressioni.
Previsione del giorno:
EUR/USD
La coppia viene scambiata al di sotto del livello di 1.0860. Un aumento del prezzo al di sopra di questo livello potrebbe portare ad un aumento della coppia verso 1.0925.
USD/JPY
La coppia viene scambiata sopra il livello di 150,30. Un ribasso del prezzo al di sotto di questa soglia potrebbe portare la coppia a 149,00.
