L'assenza di importanti notizie macroeconomiche dall'Australia dà motivi per ritenere che il dollaro australiano continuerà a essere negoziato in sincronia con il mercato, reagendo principalmente alle notizie provenienti dagli Stati Uniti e alla dinamica del dollaro statunitense.
Il primo taglio dei tassi di interesse della Banca centrale australiana è previsto per novembre, poiché ci si aspetta che l'inflazione mostri una leggera crescita nel primo trimestre. E dato che le aspettative di un taglio dei tassi della Fed sono state spostate a settembre, il dollaro australiano fino all'autunno sarà sotto pressione per ragioni oggettive.
Uno dei principali fattori che influenzano l'inflazione interna rimane il mercato del lavoro. Un tasso di disoccupazione troppo basso crea condizioni favorevoli per tassi di crescita elevati dei salari medi. Anche qui non si prevedono miglioramenti rapidi: se a febbraio la disoccupazione era al 3,7%, entro la fine dell'anno dovrebbe salire al 4,25%. Il rallentamento della crescita dei salari medi è troppo lento per fa sì che la RBA possa ignorare questo fattore che alimenta l'inflazione, e finché non sarà sicura che la crescita dei salari si sia sufficientemente rallentata, non annuncerà alcun piano di riduzione dei tassi.
I prezzi delle principali materie prime esportate dall'Australia (minerale di ferro, gas naturale liquefatto, carbone) sono diminuiti negli ultimi mesi, mettendo sotto pressione la bilancia commerciale, nonostante l'aumento dei prezzi del petrolio e della maggior parte dei metalli industriali. L'aumento dei prezzi del rame e dell'alluminio, ad esempio, che supporta le valute legate alle materie prime, è principalmente legato all'interesse crescente per il settore dell'intelligenza artificiale e non è correlato all'economia dell'Australia.
Un ulteriore aumento del ciclo industriale globale e/o ulteriori stimoli in Cina potrebbero contribuire a cambiare la situazione, ma al momento non ci sono motivi per abbandonare le prospettive ribassiste.
La posizione netta corta in AUD è diminuita di 572 milioni durante la settimana di riferimento, a -6,121 miliardi. La riduzione della posizione corta ha consentito al prezzo di chiusura di rimanere vicino alla media a lungo termine, ma il posizionamento complessivo rimane decisamente ribassista.
La coppia AUD/USD è diminuita in sincronia con il mercato, completando la correzione di febbraio-marzo. Il consolidamento al di sotto del supporto a 0.6444 apre la prospettiva di ulteriori ribassi, con l'obiettivo spostato nella zona di supporto a 0.6320/30. Un possibile rimbalzo dopo il calo settimanale troverà resistenza a 0.6444, una crescita al di sopra di questo livello sembra improbabile.