Mentre tutti discutono della nuova "ideologia" della Federal Reserve in vista del prossimo incontro (i cui risultati saranno annunciati questo mercoledì), secondo il Wall Street Journal, lo staff dell'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta elaborando un piano che potrebbe conferirgli un'influenza senza precedenti sulla Federal Reserve, inclusa una posizione che potrebbe renderlo membro ad interim del consiglio della Banca centrale.
Sì, avete capito bene: in caso di vittoria di Donald Trump, il controllo delle decisioni chiave potrebbe passare completamente nelle mani del presidente, compromettendo l'indipendenza fondamentale di questa istituzione, che risiede nel suo essere totalmente apolitica, un attributo che potrebbe andare perduto per sempre.
Il nuovo piano, definito "estremamente segreto" dal WSJ, fa parte di un documento di 10 pagine che prevede che, in caso di rielezione, Trump sarà consultato per le decisioni sui tassi di interesse. In parole povere, molte delle decisioni sui tassi saranno effettivamente prese dal presidente nell'ambito delle politiche adottate dalla sua amministrazione. Inoltre, il Dipartimento del Tesoro verrà utilizzato come ulteriore meccanismo di controllo e contrappeso per supervisionare le operazioni della Fed relative all'acquisto di obbligazioni.
Le proposte includono anche la possibilità che Trump rimuova l'attuale presidente della Fed, Jerome Powell, dal suo incarico e richieda che la politica della Fed sia allineata agli obiettivi dell'amministrazione presidenziale.
Ricordiamo che, durante il suo mandato, Trump ha frequentemente e aspramente criticato Powell e i suoi colleghi della Banca Centrale per aver aumentato i tassi di interesse, e si diceva che stesse considerando la possibilità di rimuoverlo dall'incarico.
Subito dopo la comparsa delle notizie, i rappresentanti del comitato elettorale di Trump hanno dichiarato che tali progetti e proposte non dovrebbero essere considerati ufficiali. Tuttavia, è chiaro che se Trump sarà eletto presidente, e la probabilità è piuttosto alta, non è affatto chiaro quali poteri avrà il nuovo leader americano per intraprendere passi così audaci nei confronti della Fed, che tradizionalmente cerca di proteggere la sua attività da pressioni politiche esterne.
Naturalmente, è improbabile che tali voci diventino realtà, ma nelle attuali circostanze, quando la vittoria è ovviamente desiderata a ogni costo, perché non cercare di attrarre quei sostenitori che considerano le azioni della Federal Reserve troppo rigide e che incolpano la banca centrale e la sua politica di alti tassi di interesse per tutti i problemi?
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico di EUR/USD, dopo il recente aumento, l'euro sta di nuovo incontrando problemi. Ora gli acquirenti devono pensare a come raggiungere il livello di 1.0750. Solo questo consentirà di puntare a testare il livello di 1.0780. Da lì, si può cercare di salire a 1.0800, ma farlo senza il supporto dei grandi giocatori sarà piuttosto problematico. L'obiettivo più lontano è il massimo di 1.0830. In caso di ribasso dello strumento di trading, solo intorno a 1.0715 mi aspetto azioni significative da parte dei grandi acquirenti. Se non ci sarà nessuno lì, sarebbe saggio attendere l'aggiornamento del minimo a 1.0680 o aprire posizioni long da 1.0640.
Per quanto riguarda il quadro tecnico della coppia GBP/USD, oggi gli acquirenti della sterlina hanno meno problemi rispetto a ieri. I tori hanno bisogno di prendere la resistenza più vicina a 1.2570, ciò consentirà di mirare a 1.2620, sopra il quale sarà piuttosto problematico avanzare. L'obiettivo più lontano è la zona 1.2660, succwssivamente si potrà parlare di una spinta più marcata della sterlina verso l'alto fino a 1.2705. In caso di ribasso della coppia, gli orsi cercheranno di prendere il controllo di 1.2510. Se ci riusciranno, la rottura dell'intervallo infliggerà un duro colpo alle posizioni dei tori e spingerà la coppia GBP/USD al minimo di 1.2450 con una prospettiva di scendere a 1.2380.