Il governo giapponese è intervenuto nel mercato Forex? Il viceministro delle finanze, Masato Kanda, ha evitato di rispondere direttamente a questa domanda, ma ha sottolineato che un eccessivo indebolimento dello yen danneggia sia le aziende sia la popolazione a causa dell'aumento dei prezzi dei beni importati. Ha inoltre assicurato che le autorità si opporranno a tale fenomeno. Una fonte del Wall Street Journal afferma che l'intervento valutario ha avuto luogo. Anche il calo di 500 punti del tasso di cambio USD/JPY in un'ora sembra confermare questa ipotesi.
I speculatori hanno dimostrato di non temere di confrontarsi con avversari così potenti. Dopo un calo al di sotto di 155, il tasso di cambio è risalito quasi a 157, e Citigroup prevede che rimarrà nel range 155-160 almeno fino alla prossima riunione della Fed. Da Jerome Powell si attende una retorica "da falco", che dovrebbe sostenere il dollaro statunitense.
Nonostante Tokyo abbia un'esperienza positiva con gli interventi valutari, per la loro efficacia serve un cambiamento nella politica monetaria delle banche centrali. Di per sé, l'intervento del governo e della Banca del Giappone (BoJ) non risolverà i problemi, per rafforzare lo yen è necessario un tasso overnight più alto. Tuttavia, un inasprimento della politica monetaria della BoJ potrebbe portare il paese in recessione, secondo l'ex economista del FMI, Olivier Blanchard.
Interventi del Giappone sul mercato valutario
Non credo che le prospettive della Fed cambieranno in modo significativo nell'immediato futuro. Per ritornare al tema dell'allentamento della politica monetaria, sarebbe necessaria almeno una decrescita dell'inflazione negli USA per due-tre mesi. Quindi, il primo taglio del tasso sui fondi federali potrebbe essere previsto solo a settembre. Gli esperti di Bloomberg ritengono che anche la Banca del Giappone farà il secondo passo verso la normalizzazione soltanto in ottobre.
Fino all'autunno, quindi, il governo e i mercati continueranno a giocare al tiro alla fune mediante interventi valutari, anche se in realtà lo scenario esterno già indica una stabilizzazione del tasso di cambio USD/JPY. È probabile che presto il governo di Tokyo inizierà a vantarsi dei suoi meriti nel salvare lo yen, anche se in realtà la valuta è semplicemente "stanca" di sprofondare.
Da precisare che la svalutazione non porta solo effetti negativi. Infatti, essa favorisce l'aumento delle esportazioni e dei ricavi aziendali, migliorando i risultati finanziari, contribuendo alla crescita degli indici azionari giapponesi e al flusso di capitali di investimento.
Dinamiche del tasso di cambio USD/JPY e dell'indice azionario giapponese Nikkei 225
A mio avviso, la retorica aggressiva di Jerome Powell e i solidi dati sul mercato del lavoro degli Stati Uniti di aprile dovrebbero favorire un aumento del rendimento dei titoli di Stato e delle quotazioni USD/JPY. Tuttavia, è chiaro che il governo non ha terminato gli interventi valutari, quindi persiste un alto rischio di continue montagne russe per la coppia valutaria in questione.
Dal punto di vista tecnico, sul grafico giornaliero USD/JPY c'è stato un ritracciamento verso il trend ascendente. Tuttavia, l'incapacità degli "orsi" di superare il supporto dinamico sotto forma di medie mobili indica che i rialzisti continuano a dominare il mercato. Un aumento delle quotazioni sopra il livello di 157 diventerebbe un segnale per acquisti. Così come un rimbalzo dal supporto a 155,4.
