Se c'è stata una reazione del mercato alla riduzione dell'inflazione nel Regno Unito dal 3,2% al 2,3%, è stata estremamente modesta. La portata della crescita del dollaro si è rivelata piuttosto simbolica. Inoltre, il processo si è esteso per quasi tutta la giornata di borsa, concludendosi solo durante la sessione di borsa americana. Apparentemente, in condizioni di evidente incertezza riguardo alle ulteriori azioni della Federal Reserve, anche dati così significativi per il Regno Unito passano in secondo piano.
Oggi tutta l'attenzione sarà focalizzata sulle stime preliminari degli indici di attività economica, che in realtà avranno poco effetto. Dopotutto, sia in Europa che negli Stati Uniti, è prevista una crescita in tutti gli indicatori. L'unica differenza è che nel Vecchio Mondo la crescita degli indici dovrebbe essere un po' più evidente. Pertanto, se il mercato reagirà a questi dati, molto probabilmente sarà molto più modesto rispetto ai dati sull'inflazione di ieri nel Regno Unito.
La coppia valutaria EUR/USD è scesa leggermente rispetto ai valori di inizio settimana di negoziazione, il che indicava la successiva costruzione di un pullback rispetto al livello di resistenza di 1.0900.
Dal punto di vista dello strumento RSI H4, l'indicatore si sta muovendo nell'area inferiore 30/50, il che indica un pullback.
Per quanto riguarda l'indicatore Alligator H4, le linee mobili MA si intrecciano tra loro, indicando un rallentamento del ciclo ascendente.
Aspettative e prospettive
Come possibile supporto sul percorso dei venditori c'è il livello di supporto di 1.0800, vicino al quale è possibile una riduzione del volume delle posizioni corte. In questo scenario, la fase di pullback potrebbe finire e essere sostituita da un nuovo ciclo di crescita del tasso di cambio dell'euro. Tuttavia, se durante il giorno il prezzo si stabilizzasse al di sotto di 1.0800, l'attuale pullback verrà prolungato.
L'analisi complessa degli indicatori nei periodi a breve termine e intraday indica un pullback.