Il mercato ha reagito in modo flemmatico al verbale della riunione di novembre della Federal Reserve, pubblicato al termine della sessione di trading americana di martedì. Da un lato, la reazione dei trader è stata giustificata, poiché il documento non conteneva segnali chiari riguardo alle prossime mosse della banca centrale. Dall'altro lato, l'assenza di una posizione consolidata è anch'essa un segnale, indicando che la Fed nutre dubbi sulla linea dichiaratamente "colomba" adottata.
Prima di tutto, è opportuno ricordare che l'ultima riunione della Fed si è svolta il giorno dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. A quel punto era già chiaro che Donald Trump sarebbe diventato presidente a gennaio 2025, con tutte le implicazioni del caso. Era inoltre evidente che i repubblicani avrebbero controllato il Senato e, con alta probabilità, la Camera dei Rappresentanti (ipotesi poi confermata). In altre parole, la riunione di novembre si è tenuta in un contesto di nuova realtà politica, fatto che ha influenzato la posizione di molti membri della Fed.
Il verbale non identifica i partecipanti né specifica il numero di sostenitori di una determinata posizione. Pertanto, ci si deve accontentare di indicazioni vaghe, come "la maggioranza schiacciante sostiene questa o quella linea" o "alcuni membri del Comitato hanno opinioni diverse". Quando l'equilibrio tra posizioni falco e colomba si sposta da una parte o dall'altra, il verbale supporta gli orsi o i tori sull'EUR/USD.
Tuttavia, il verbale della riunione di novembre si distingue in questo contesto. Qui i membri del regolatore americano hanno dichiarato che, nelle condizioni attuali, "è difficile formulare/prevedere ulteriori politiche". Nel testo del documento si afferma che i membri della Fed "hanno concordato sull'opportunità di astenersi, per ora, dal fornire segnali chiari riguardo al futuro orientamento della politica monetaria".
È evidente che questo approccio cauto sia stato determinato innanzitutto dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali (anche se nel documento non se ne fa menzione). Tuttavia, i membri del Comitato si sono mostrati preoccupati anche per il rallentamento del calo dell'inflazione. Ad esempio, alcuni rappresentanti della Fed hanno proposto di interrompere il ciclo di riduzione dei tassi di interesse e di mantenerli a un livello restrittivo, "se l'inflazione continuerà a rimanere persistentemente alta". Altri membri del Comitato, invece, hanno sostenuto che il regolatore potrebbe dover accelerare il taglio dei tassi, "se il mercato del lavoro si indebolisse o se l'attività economica mostrasse segni di rallentamento".
Qui è importante sottolineare che la riunione di novembre si è svolta prima della pubblicazione dei dati sull'aumento del CPI e del PPI, che hanno evidenziato un'accelerazione dell'inflazione a ottobre. L'indice generale dei prezzi al consumo è salito al 2,6% su base annua (il dato si è accelerato per la prima volta da marzo di quest'anno, dopo sei mesi consecutivi di calo), mentre il dato core è rimasto invariato rispetto a settembre, al 3,3%. L'indice generale del PPI è aumentato al 2,4% su base annua, dopo un calo all'1,9% a settembre. L'indice core è salito al 3,1%, evidenziando una dinamica crescente per il terzo mese consecutivo.
I rapporti sull'inflazione di ottobre vanno analizzati attraverso la lente di verbali, ovvero in base all'approccio prudente adottato dai membri della Fed nella riunione di novembre.
È interessante notare che, secondo i dati dello strumento CME FedWatch, alla fine della giornata di ieri la probabilità di un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base a dicembre è salita al 65%. Tuttavia, è aumentata drasticamente anche la probabilità di una pausa a gennaio (al 60%).
Questa interpretazione delle "minutes" ha permesso agli acquirenti di EUR/USD di testare nuovamente la figura 5. Tuttavia, i trader non sono usciti dal range 1,0470-1,0540 (linee mediana e superiore delle Bollinger Bands su H4), in cui la coppia si trova ormai da due settimane consecutive.
A mio avviso, il verbale ha un carattere più hawkish che dovish, ma i partecipanti al mercato evitano di "scommettere" sul dollaro in vista del Giorno del Ringraziamento (28 novembre) e della pubblicazione di importanti rapporti macroeconomici (PIL USA, indice core PCE, dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione – tutti questi dati saranno pubblicati durante la sessione americana di mercoledì).
In questo contesto di incertezza, è opportuno adottare un approccio attendista sulla coppia EUR/USD. Il pullback correttivo verso l'area della figura 5 appare illogico e più emotivo che razionale, pertanto non è consigliabile fidarsi di questo impulso rialzista. La coppia rimane all'interno di un intervallo di prezzo, riflettendo l'indecisione sia degli acquirenti che dei venditori. È opportuno considerare posizioni short solo dopo che gli orsi avranno spinto il prezzo al di sotto del limite inferiore dell'intervallo di prezzo (1,0470), che corrisponde non solo alla linea mediana delle Bollinger Bands su H4, ma anche alla linea Tenkan-sen sul timeframe D1. In tal caso, l'indicatore Ichimoku formerebbe un segnale ribassista "Parata di Linee" sul grafico giornaliero, aprendo la strada al livello di supporto di 1,0400 (linea inferiore delle Bollinger Bands su D1).