I mercati continuano a oscillare da una parte all'altra sull'onda delle attive politiche interne ed estere di D. Trump, che riguardano non solo questioni geopolitiche e sociali, ma anche problemi economici sia all'interno degli Stati Uniti che all'esterno.
Osservando ciò che accade nei mercati, si può supporre che questa situazione persisterà ancora per un po', finché gli investitori non vedranno segnali di stabilizzazione nella risoluzione della questione ucraina, nella politica doganale del 47° presidente degli Stati Uniti e nell'andamento prospettico dell'economia americana.
In questo contesto, si sono rivelati particolarmente importanti i discorsi di ieri dei membri della Fed C. Waller, P. Harker e M. Bowman. Questi rappresentanti della Federal Reserve hanno chiarito che la banca centrale dovrebbe astenersi dal riprendere il processo di riduzione dei tassi d'interesse finché l'inflazione rimane elevata. Waller ha suggerito di mantenere una pausa nella riduzione dei tassi senza basarsi esclusivamente sugli ultimi dati economici, a meno che l'inflazione non si comporti come lo scorso anno, quando è scesa molto vicino all'obiettivo del 2%. Un'altra rappresentante della Fed, Bowman, ha anch'essa invitato alla prudenza, raccomandando fortemente alla Fed di attendere ulteriori prove che l'inflazione si stia effettivamente dirigendo verso il target del 2%. Harker si è espresso a favore del mantenimento dei tassi d'interesse al livello attuale, valutando l'attuale stato dell'economia nazionale come solido.
Ora gli operatori di mercato, comprendendo la posizione della Fed, almeno di alcuni dei suoi rappresentanti, attendono la pubblicazione questa settimana del verbale dell'ultima riunione del FOMC per ottenere un quadro più chiaro sulle prospettive dei tassi d'interesse.
La scorsa settimana, il dollaro statunitense è stato sotto pressione a causa di dati economici contrastanti dagli USA e del ridimensionamento delle preoccupazioni per le misure restrittive di Trump sui dazi doganali e sulle tariffe di importazione.
L'attenzione mondiale resta focalizzata sui negoziati tra Stati Uniti e Russia sulla questione ucraina. Se questi dovessero avanzare verso una soluzione pacifica definitiva di questo problema globale, che soddisfi principalmente la Russia, si potrebbe assistere a una ripresa del mercato azionario russo con un contemporaneo rafforzamento del rublo rispetto alle valute ad esso negoziate. Inoltre, questo scenario aprirebbe prospettive più ampie per il ripristino delle relazioni economiche tra Russia e Stati Uniti, seguite inevitabilmente dall'Europa e da altre regioni in cui stanno guadagnando forza le forze filo-Trump.
Con un'elevata probabilità, questo rappresenterebbe un forte segnale per la ripresa della crescita degli indici azionari, dei prezzi del petrolio e del dollaro statunitense. Tuttavia, le quotazioni dell'oro potrebbero subire un notevole calo, poiché il principale fattore negativo, ovvero la crisi ucraina, verrebbe eliminato. Naturalmente, questa è la visione più ottimistica dell'evoluzione degli eventi, ma anche una sua realizzazione parziale potrebbe costituire la base per i movimenti di mercato e degli asset descritti sopra.
Cosa aspettarsi oggi dai mercati?
Prima di tutto, gli operatori di mercato attendono il discorso di D. Trump, previsto per oggi. Nella sua dichiarazione, potrebbe dare ai mercati sia un impulso positivo che negativo. Tuttavia, con un'elevata probabilità, si prevede il proseguimento della dinamica attuale, caratterizzata da un andamento laterale generale sui mercati.
Previsioni del giorno:
EUR/USD
La coppia è scambiata leggermente al di sopra del livello di supporto 1,0455; una rottura al ribasso potrebbe portare, con il rafforzamento del dollaro, a un calo del cambio fino a 1,0390.
GBP/USD
La coppia si mantiene al di sopra del livello di supporto 1,2580; una discesa al di sotto di questo livello potrebbe, con il rafforzamento del dollaro, portare il cambio a 1,2500.
