I mercati sono in fermento a causa del rischio di una possibile recessione dell'economia statunitense. E sebbene il Segretario al Tesoro Bessent stia cercando di rassicurare gli investitori affermando che la "correzione" del mercato sia un fenomeno salutare, queste preoccupazioni non sembrano affievolirsi.
Dalla fine della scorsa settimana, i principali indici azionari statunitensi hanno registrato un rialzo, recuperando parte delle perdite accumulate a partire dalla fine di febbraio, a seguito dell'inizio delle guerre commerciali avviate da Trump con i suoi vicini più prossimi, nonché con Cina e UE.
Cosa ha causato questo pullback e potrebbe trasformarsi in una vera e propria ripresa?
Valutando le azioni economiche e geopolitiche dell'Amministrazione USA e dello stesso Donald Trump, si può affermare che questa strategia, avviata dopo le elezioni, non cambierà direzione. Ci sono molte ragioni per questo, ma la principale è la grave situazione finanziaria degli Stati Uniti, che non sono più in grado di mantenere la loro politica di egemonia mondiale e di spesa incontrollata di denaro privo di copertura. Prendendo atto di ciò, Trump e i suoi sostenitori hanno scelto una politica economica fortemente protezionista, nella speranza di una rapida trasformazione e ripresa dell'economia nazionale entro i quattro anni della sua presidenza. Pertanto, il "treno" che ha iniziato il suo viaggio a gennaio non cambierà direzione e, di conseguenza, Trump potrebbe persino accettare, per così dire, un certo crollo economico per consentire all'economia di "ripulirsi" da elementi superflui e non sostenibili.
In passato, durante la fase acuta della crisi del 2008-2009, il presidente Barack Obama permise a tutti i settori dell'economia americana, sia redditizi che non, di sopravvivere, distribuendo denaro a pioggia e inondando l'economia con il cosiddetto "denaro dall'elicottero". Tuttavia, oggi questa possibilità semplicemente non esiste più. E sembra che gli investitori ne siano consapevoli, adottando un approccio estremamente cauto nelle loro decisioni sugli investimenti.
Oggi inizia la riunione di due giorni della Federal Reserve sulla politica monetaria. Sarà un incontro cruciale? No. Il consenso prevede il mantenimento di tutti i parametri della politica monetaria e del tasso di interesse chiave al 4,50%. Dirà qualcosa di nuovo Jerome Powell, presidente della Fed? Difficilmente. La Fed ha le mani legate, e in modo piuttosto rigido. Da un lato, nonostante il calo dell'inflazione al 2,8% rispetto al precedente 3,0%, essa rimane comunque lontana dall'obiettivo del 2%. Dall'altro, l'incertezza riguardo all'impatto delle politiche economiche e geopolitiche di Trump non fa che rafforzare questa situazione. Pertanto, si presume che la risoluzione della Fed e la conferenza stampa di Powell non conterranno nulla di nuovo. Di conseguenza, la dinamica attuale dei mercati dovrebbe rimanere invariata.
Per il mercato azionario statunitense, ciò significa una continuazione della correzione dopo il recente pullback; nel mercato valutario, il dollaro probabilmente si consoliderà rispetto alle principali valute nell'indice ICE; mentre l'oro, considerato un bene rifugio, che ha già superato i 3.000 dollari l'oncia, potrebbe continuare a salire. Il mercato delle criptovalute, invece, resterà probabilmente sotto pressione a causa del fattore incertezza.
Previsioni del giorno:
EUR/USD
La coppia ha perso il momentum rialzista a seguito del completo esaurimento delle aspettative legate ai piani dell'UE e della Germania per la militarizzazione dell'Europa. La coppia si trova attualmente in una fase di ipercomprato e potrebbe crollare da un momento all'altro a causa della presa di profitto sui guadagni precedenti o delle dichiarazioni di Powell su un miglioramento dell'inflazione negli Stati Uniti. Una discesa sotto il livello di 1,0885 potrebbe portare la coppia prima verso 1,0840 e successivamente verso 1,0780.
GOLD
Il prezzo dell'oro si sta attualmente scambiando sopra il forte livello psicologico di 3.000 dollari l'oncia. Potrebbe ricevere ulteriore supporto a causa dei rischi geopolitici e dell'incertezza legata alla risoluzione della crisi in Ucraina. Tuttavia, esiste anche la possibilità di una correzione fino a quota 3.000, seguita poi da una ripresa del rialzo verso 3.045.
