Il diavolo si nasconde nei dettagli. E Stati Uniti e Cina i dettagli sull'accordo concluso non li hanno forniti agli investitori. Questa circostanza rischia di togliere ossigeno ai "tori" nello S&P 500. L'indice azionario ampio è aumentato in sei delle ultime sette sessioni di negoziazione sullo sfondo di voci positive sui colloqui USA-Cina a Londra. Tali voci sono state diffuse dai rappresentanti della Casa Bianca. Il Segretario del Tesoro Scott Bessent ha definito il dialogo costruttivo, mentre il Segretario al commercio Howard Lutnick ha detto che i colloqui stanno andando molto, molto bene.
Secondo TS Lombart, i mercati sono bloccati in un ciclo riflessivo, in cui la loro tranquillità spinge i politici statunitensi a inventare nuovi modi per mettere alla prova gli investitori. In effetti, le macrostatistiche per gli USA sono ambigue, il rendimento dei titoli del Tesoro si è stabilizzato, mentre le possibilità di una rapida ripresa del ciclo di espansione monetaria della Fed diminuiscono. I derivati prevedono una riduzione dei tassi di 45 punti base entro la fine dell'anno. Su cosa potrebbe salire lo S&P 500, se non sui commenti dei funzionari della Casa Bianca?
Dinamica delle aspettative per i tassi Fed
Il mercato è dominato dall'opinione che la Cina abbia giocato molto efficacemente le sue carte con i metalli delle terre rare. Pechino ha costretto Washington a fare delle concessioni. Negli Stati Uniti il quadro appare alquanto peggiore rispetto al resto del mondo. L'incertezza politica non è scomparsa, l'inflazione rischia di accelerare e il PIL, al contrario, rallenta. Non sorprende dunque che lo S&P 500 stia sottoperformando rispetto ai suoi omologhi esteri.
Secondo un sondaggio condotto da Bank of America, ciò avviene sullo sfondo di acquisti di azioni statunitensi da parte di singoli investitori, avvenuti nel corso di 25 delle ultime 26 settimane. Senza la massa, i grandi operatori sarebbero fuggiti molto tempo fa. La massa preferisce infatti ascoltare piuttosto che analizzare i rapporti. Un elemento che viene efficacemente utilizzato da Donald Trump e dal suo team, che presentano sempre nuove ragioni per un proseguimento del rally dello S&P 500.
Dinamica dello S&P 500 e del mercato azionario globale
L'indice azionario ampio è tornato ai livelli a cui si era stabilizzato durante l'insediamento del 47° Presidente degli Stati Uniti. Il viaggio è stato lungo, ma andava fatto. Il resto del mondo ha viaggiato molto più velocemente, con le azioni estere che nel 2025 superano quelle americane. E questa tendenza rischia di continuare.
Dopo l'OCSE, anche la Banca mondiale ha abbassato le previsioni sul prodotto interno lordo USA. E anche di molto! Da +2,8% nel 2024 a +1,4% nel 2025. Esattamente dimezzato! Mentre a gennaio si stimava un+2,3%. Gli Stati Uniti possono incolpare solo se stessi. Anzi, più precisamente, la politica protezionista della Casa Bianca. Secondo un'autorevole organizzazione, se le tariffe saliranno di un ulteriore 10% rispetto ai livelli attuali, il PIL globale crescerà dell'1,8% anziché del 2,3%.
Tecnicamente, sul grafico giornaliero, lo S&P 500 si sta avvicinando silenziosamente alla resistenza a quota 6060. Il suo test deciderà il destino dell'indice azionario ampio. In caso di ritracciamento, sarà opportuno liquidare i long aperti da 5945. O incrementare gli acquisti alla rottura del livello pivot chiave.
