Le quotazioni del petrolio stanno crollando: il mercato reagisce alla geopolitica e alle azioni dell'OPEC+
La scorsa settimana, il prezzo del petrolio è sceso di oltre 10$ in seguito all'annuncio di una tregua tra Iran e Israele. I mercati finanziari hanno reagito istantaneamente: venerdì le quotazioni hanno oscillato, sulla base di informazioni in merito a un aumento della produzione nei paesi OPEC+. Ciononostante, i prezzi rimangono ben al di sotto del recente picco di 81$ al barile.
Gli hedge fund vendono in massa gli asset del settore energetico
Stando a quanto riferito da Goldman Sachs in una lettera ai clienti, dal 23 giugno i fondi di investimento hanno iniziato un ampio prelievo di capitale dalle azioni delle società energetiche di tutto il mondo. Si tratta della più grande vendita in 12 mesi, la seconda più ampia da dieci anni.
Sotto attacco ci sono i titoli delle società petrolifere e del gas, nonché le aziende che fornivano attrezzature e servizi nel settore energetico. L'attività più alta degli hedge fund è stata rilevata in Nord America e in Europa. In Europa, gli investitori hanno aumentato il numero di posizioni corte e hanno abbandonato le scommesse lunghe, il che indica l'attesa di un calo dei prezzi degli asset.
Paradosso: aspettative di calo dei prezzi, ma la quota di posizioni lunghe rimane alta
Nonostante il calo generalizzato dell'interesse per l'energia, il volume aggregato delle posizioni lunghe nelle società energetiche rimane elevato. Ciò indica un sentimento contraddittorio nel mercato: alcuni operatori hanno scommesso su un ulteriore declino, altri sulla ripresa del settore.
Goldman Sachs ha anche osservato che la leva finanziaria degli hedge fund si trova ai massimi degli ultimi cinque anni, segnalando un elevato livello di esposizione e coinvolgimento. Allo stesso tempo, la settimana scorsa si è registrato il maggiore acquisto di azioni da cinque settimane: i fondi tornano sul mercato e scelgono le aziende più promettenti di diverse regioni.
I mercati azionari europei si rianimano tra speranze commerciali e notizie dagli Stati Uniti
Gli indici azionari europei hanno iniziato la settimana con un leggero aumento favorito da segnali positivi nel commercio internazionale. A partire dalle 07:14 GMT, l'indice paneuropeo STOXX 600 ha aggiunto lo 0,2% e ha raggiunto il livello di 544,47, anche se sul mese mostra una generale tendenza al ribasso. Anche gli altri principali indici regionali si sono spostati in territorio positivo.
L'attenzione degli investitori è su finanza, tecnologia e industria
Secondo gli analisti, negli ultimi giorni gli investitori hanno concentrato il proprio interesse sulle azioni dei settori finanziario, tecnologico e industriale. Queste aree hanno mostrato una forte domanda nel contesto di una rivalutazione globale dei rischi commerciali.
Nuovi segnali dal fronte commerciale
L'ottimismo nei mercati è aumentato in un contesto di allentamento delle tensioni tra Washington e Pechino. Un ulteriore impulso è stato dato domenica dalla decisione del Canada di abolire la tassa sui servizi digitali, una mossa vista come un tentativo di rilanciare i negoziati bloccati con gli Stati Uniti. Il Regno Unito ha aggiunto positività, annunciando l'entrata in vigore dell'accordo che riduce i dazi sulla fornitura di automobili e componenti per aeromobili britannici agli USA. Rimangono tuttavia aperte le questioni relative alle tariffe sul metallo.
Il settore della difesa è tra i leader della crescita
Sullo sfondo di queste notizie, le azioni che mostrano più fiducia in Europa sono quelle delle aziende della difesa: il loro indice di settore è aumentato di quasi l'1%. Tra i movimenti più evidenti si è distinta anche STMicroelectronics: i suoi titoli sono cresciuti del 2,6% dopo che J.P. Morgan l'ha inclusa nell'elenco delle società con fattori di attivazione del mercato positivi.
Attesa per i dati sull'inflazione di Germania e Italia
Gli investitori guardano con cautela alle prossime pubblicazioni macroeconomiche. Oggi dovrebbero essere pubblicati i dati sull'inflazione al consumo in Germania e in Italia, che potrebbero influenzare i futuri movimenti del mercato.