Venerdì scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ricevuto una serie di cattive notizie economiche e ha rapidamente reagito.
Appena poche ore dopo la pubblicazione dei dati, che hanno mostrato un forte rallentamento del ritmo delle assunzioni negli Stati Uniti, Trump ha infatti licenziato il capo dell'US Bureau of Labor Statistics. Lo stesso giorno, Trump ha avuto l'inattesa possibilità di aumentare la sua influenza sulla banca centrale quando la governatrice Adriana Kugler ha annunciato le sue dimissioni, proprio mentre gli investitori stavano ancora cercando di mandar giù i dati sull'occupazione e le notizie del Bureau of Labor Statistics. Il leader americano dovrà ora nominare un successore, probabilmente qualcuno che è propenso a sostenere il suo desiderio di abbassare i tassi di interesse.
Per un presidente che millanta una fiorente economia USA e che sostiene che gli aumenti dei dazi e i tagli fiscali la rafforzeranno ulteriormente, i dati occupazionali di venerdì sono stati un colpo importante. Hanno mostrato la crescita dell'occupazione più debole dai tempi della pandemia. Si tratta di una chiara dissonanza rispetto alla narrazione ottimistica che l'amministrazione sta attivamente promuovendo e mette in discussione l'efficacia delle politiche economiche perseguite dalla Casa Bianca. Dal punto di vista politico, inoltre, potrebbe avere gravi conseguenze. È probabile infatti che l'opposizione utilizzi questi dati per criticare la strategia economica del presidente, sostenendo che le sue politiche non producono i risultati promessi.
Economisti e analisti stanno esaminando attentamente i dati per capire se si tratta di un'anomalia temporanea o dell'inizio di una tendenza più seria. Se il rallentamento del mercato del lavoro dovesse proseguire, potrebbe costringere la Federal Reserve a riconsiderare la propria politica monetaria e ad accelerare il taglio dei tassi per stimolare la crescita economica. Una simile mossa, tuttavia, comporta il rischio di accelerazione dell'inflazione, che creerebbe ulteriori problemi per l'amministrazione.
Ma la reazione di Trump – il licenziamento del capo del Bureau of Labor Erika McEntarfer, accusata di pregiudizi politici – ha ottenuto la condanna anche da parte di economisti vicini al partito repubblicano e preoccupa gli investitori. La decisione, secondo molti analisti, dimostra non solo la mancanza di comprensione da parte di Trump dei principi del funzionamento delle agenzie statistiche indipendenti, ma anche la sua volontà di sacrificare l'obiettività per un tornaconto politico.
Il licenziamento di McEntarfer, professionista con anni di esperienza, non fa altro che minare la credibilità delle statistiche ufficiali e crea l'impressione che l'amministrazione stia cercando di manipolare i dati per migliorare la propria immagine. Le conseguenze di un tale passo possono essere molto gravi. Gli investitori che nel prendere decisioni fanno affidamento su indicatori economici oggettivi, potrebbero infatti perdere fiducia nell'economia statunitense e causare deflussi di capitale e rallentamento della crescita economica. Minare la credibilità delle statistiche può inoltre rendere difficile lo sviluppo di politiche economiche efficaci, portando così a decisioni sbagliate. In definitiva, le azioni di Trump nei confronti del Bureau of Labor potrebbero causare danni a lungo termine all'economia americana e minare la fiducia nelle istituzioni che forniscono informazioni all'insegna della trasparenza e dell'obiettività.
C'è già una diffusa preoccupazione per l'incessante pressione di Trump sulla Fed e sul suo capo Jerome Powell per un taglio dei tassi, giacché tutti concordano sul fatto che le banche centrali sono in grado di gestire l'inflazione in modo ottimale solo quando i politici non interferiscono. Le azioni di Trump contro le agenzie di stampa statunitensi, dunque, ora minacciano di danneggiare l'integrità dei dati statistici più importanti del mondo – dati che potrebbero avere un impatto su mercati globali per trilioni di dollari.
"Gli attacchi di Trump al Bureau of Labor Statistics (BLS) sono una preoccupazione diffusa nel mercato, in quanto motivazioni politiche potrebbero influenzare le future decisioni economiche", affermano dal PNC Asset Management Group. "In questo momento, gli investitori sono molto preoccupati per cosa accadrà in futuro. Trump minaccerà ancora una volta di licenziare il presidente della Fed Powell?"
La reazione del dollaro alle notizie e alle azioni di Trump è stata molto chiara.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico EUR/USD, ora gli acquirenti devono pensare a come raggiungere il livello di 1,1600. Solo questo permetterà di mirare al test di 1,1640. Da lì si potrà salire a 1,1665, ma riuscirci senza il sostegno dei principali operatori sarà piuttosto problematico. L'obiettivo più lontano è il massimo di 1,1690. In caso di calo dello strumento di trading intorno al livello di 1,1555, ci si aspettano azioni significative da parte dei grandi acquirenti. Se lì non dovesse esserci attività, non sarebbe male aspettarsi un aggiornamento del minimo di 1,1518, o un'apertura di posizioni lunghe da 1,1479.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico GBP/USD, gli acquirenti della sterlina devono conquistare la resistenza più vicina a 1,3305. Solo questo permetterà di puntare a 1,3340, oltre cui sarà piuttosto difficile sfondare. L'obiettivo più lontano sarà intorno a 1,3380. In caso di calo della coppia, gli orsi cercheranno di riprendere il controllo sopra 1,3255. Se ci riusciranno, la rottura di questo intervallo infliggerà un duro colpo alle posizioni dei tori e spingerà la coppia GBP/USD verso il minimo di 1,3127, con la prospettiva di un'estensione a 1,3180.