Mentre la moneta europea cerca di decidere quale direzione prendere, stando ad alcune voci diffuse dai media, l'Unione europea si aspetta che questa settimana il presidente USA Donald Trump annunci misure volte a fissare ufficialmente dazi più bassi sulle automobili e a concedere esenzioni su specifici prodotti, quali ad esempio le parti degli aeromobili. Ciò aiuterà l'economia europea a far fronte alle pressioni che a breve verranno a crearsi in seguito all'introduzione dei dazi al 15%, offrendo al contempo un sostegno momentaneo alla valuta europea.
Le presunte mosse volte ad ammorbidire l'accordo commerciale potrebbero rappresentare un sollievo per l'economia europea, che negli ultimi mesi è stata sottoposta a forti pressioni a causa delle tensioni commerciali e del rallentamento della crescita globale. La riduzione o l'abolizione dei dazi sulle automobili, il principale prodotto di esportazione dell'UE, potrebbe potenzialmente stimolare la produzione industriale e aumentare l'export, con un impatto positivo sulla salute economica generale dell'eurozona. A sua volta, l'esenzione dai dazi sui beni industriali, in particolare sulle parti degli aeromobili, potrebbe anche sostenere l'industria aeronautica europea, uno dei principali attori mondiali del settore. Questo potrebbe inoltre rafforzare la posizione delle imprese europee sul mercato globale e creare nuove opportunità di crescita e innovazione.
Tuttavia, occorre ricordare che queste aspettative sono basate solo su voci e speculazioni. La decisione finale sulle tariffe e sui dazi rimane di competenza degli Stati Uniti, e molto dipenderà dai futuri negoziati e dalla congiuntura politica.
Le due parti dovrebbero rilasciare una dichiarazione congiunta che illustri gli impegni politici concordati il mese scorso da Trump e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Stando ai termini concordati con Washington, il blocco dei 27 sarà soggetto ad un dazio del 15% sulla maggior parte delle sue esportazioni. L'aliquota si applicherà anche alle automobili, ma non all'attuale livello del 25%, nonché alle eventuali future misure settoriali sui prodotti farmaceutici e i semiconduttori.
Un decreto emanato dalla Casa Bianca la scorsa settimana ha confermato che la tariffa universale sarebbe stata applicata all'Unione europea come massimale, in modo da poter imporre tariffe commerciali diverse su diversi settori.
Lunedì un portavoce della Commissione europea ha affermato che in occasione dell'avvio dell'attuazione dell'accordo con gli USA, l'Unione europea ha proposto di sospendere per sei mesi il pacchetto di contromisure preparato nell'eventualità in cui le parti non avessero raggiunto un accordo.
Il recente ordine esecutivo degli Stati Uniti, tuttavia, riguarda solo i cosiddetti dazi reciproci e non conteneva alcuna eccezione o indicazione su come le misure settoriali di Trump sarebbero state applicate nei confronti dei partner commerciali. Oltre alla tariffa universale, il presidente USA ha imposto dazi del 25% su automobili e parti di ricambio auto e ha raddoppiato tale aliquota su acciaio e alluminio. Trump ha inoltre minacciato di imporre dazi sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori nel prossimo futuro. Molti funzionari si aspettano che questa settimana solo un numero limitato di beni, tra cui farmaci generici e prodotti dell'industria aerea, otterrà un tasso inferiore al valore base del 15%.
In ogni caso, la pubblicazione dei dettagli dell'accordo commerciale può portare a un'impennata della volatilità del mercato valutario.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico EUR/USD, ora gli acquirenti devono pensare a come raggiungere il livello di 1,1600. Solo questo permetterà di mirare al test di 1,1640. Da lì si potrà salire a 1,1665, ma riuscirci senza il sostegno dei principali operatori sarà piuttosto problematico. L'obiettivo più lontano è il massimo di 1,1690. In caso di calo dello strumento di trading intorno al livello di 1,1555, ci si aspettano azioni significative da parte dei grandi acquirenti. Se lì non dovesse esserci attività, non sarebbe male aspettarsi un aggiornamento del minimo di 1,1518, o un'apertura di posizioni lunghe da 1,1479.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico GBP/USD, gli acquirenti della sterlina devono conquistare la resistenza più vicina a 1,3305. Solo questo permetterà di puntare a 1,3340, oltre cui sarà piuttosto difficile sfondare. L'obiettivo più lontano sarà intorno a 1,3380. In caso di calo della coppia, gli orsi cercheranno di riprendere il controllo sopra 1,3255. Se ci riusciranno, la rottura di questo intervallo infliggerà un duro colpo alle posizioni dei tori e spingerà la coppia GBP/USD verso il minimo di 1,3127, con la prospettiva di un'estensione a 1,3180.