La coppia euro-dollaro ha iniziato la settimana di negoziazione in modo silenzioso, praticamente al livello della chiusura di venerdì (prezzo di chiusura – 1,1746, prezzo di apertura -1,1751). Durante la sessione asiatica di lunedì, gli orsi eur/usd hanno intrapreso timidi tentativi di riduzione, ma ogni volta hanno preso profitto non appena la coppia superava il livello intermedio di sostegno a 1,1740 (linea Kijun-sen sul grafico giornaliero). Per uno sviluppo del movimento meridionale, i venditori devono invece non solo superare questa barriera di prezzo, ma anche il livello di sostegno a 1,1710, che corrisponde alla banda centrale delle bande di Bollinger sul grafico giornaliero.
Durante la sessione europea, l'iniziativa sulla coppia è stata dei compratori. In generale, i trader rimangono cauti nel contesto del calendario economico quasi vuoto di lunedì e in vista della pubblicazione di importanti relazioni macroeconomiche verso il fine settimana.
A esercitare un impatto indiretto sulla coppia eur/usd potrebbe essere anche la Banca popolare cinese. Ma l'autorità di regolamentazione non ha fatto sorprese, mantenendo il tasso di interesse base sui prestiti per un periodo di un anno al livello del 3% annuo. Anche il tasso sui prestiti quinquennali è rimasto allo stesso livello, ossia al 3,5%. Pertanto, la Banca cinese ha realizzato lo scenario di base più atteso. In realtà, proprio per questo motivo il mercato ha ignorato l'evento, anche nonostante l'assenza di altre notizie.
Oggi tutta l'attenzione dei trader eur/usd sarà rivolta alla retorica dei rappresentanti della Fed. Nel corso della sessione americana, in un solo colpo saranno diversi i rappresentanti dell'autorità USA che daranno voce alla propria posizione: il capo della Fed di St. Louis Alberto Musalem, il capo della Fed di Richmond Thomas Barkin, il capo della Fed di Cleveland Beth Hammack e il capo della Fed di New York John Williams.
In generale, la Federal Reserve americana ha già espresso la propria posizione in merito ai risultati della riunione di settembre. Eppure il grafico a punti (dot plot) riflette i disaccordi esistenti tra i membri della Fed. 12 dei 19 membri della Fed prevedevano una riduzione del tasso di "almeno 25 punti base" entro la fine del 2025. Nove dirigenti sono stati più categorici, esprimendo fiducia nel fatto che il tasso di interesse sarà ridotto di 50 punti, cioè al 3,5-3,75%. Due hanno previsto una riduzione al 3,75-4%, uno al 2,75-3% (come ha poi ammesso Steven Miran, recentemente nominato nel Board of Governors, «il punto più basso della previsione riflette la sua personale visione della situazione»). Allo stesso tempo, sei dirigenti ritengono che il tasso rimarrà al livello attuale. Tra le "colombe" c'era anche un "falco" che aveva previsto un aumento del tasso al 4,25-4,5%.
Tenuto conto di una tale tavolozza di opinioni tra i membri della Fed, ogni discorso di un singolo rappresentante dell'autorità di regolamentazione potrebbe provocare volatilità, soprattutto data la mancanza di altre notizie rilevanti per la coppia eur/usd.
Ricordo che contrariamente alle contraddittorie previsioni del dot plot, il mercato è unito nelle sue aspettative. I trader hanno ad esempio fiducia nel fatto che la Fed taglierà il tasso di interesse di 25 punti alla riunione di ottobre (la probabilità che ciò avvenga è stimata al 92%, secondo lo strumento CME FedWatch). Sono anche quasi certi che la Fed farà un'altra mossa di 25 punti a dicembre (le probabilità di questo scenario sono stimate all'80,5%). Inoltre, gli operatori di mercato vedono una probabilità di quasi il 40% che nel gennaio 2026 il regolatore abbasserà nuovamente il tasso di 25 punti.
Come potete vedere, le aspettative "colomba" sono ancora piuttosto forti, il che significa che qualsiasi segnale da parte dei membri della Fed che le confermi/smentisca potrebbe provocare forte volatilità per la coppia eur/usd.
I rapporti macroeconomici più importanti di questa settimana saranno pubblicati a partire da domani. Il 23 settembre saranno pubblicati gli indici PMI, che potrebbero avere un impatto significativo sull'euro, anche se dovessero uscire dalle previsioni (soprattutto se saranno in "zona verde"). Stando alle previsioni, Il PMI manifatturiero tedesco per la prima volta in tre anni supererà quota 50 punti, ossia si troverà in zona di espansione. Anche il PMI dei servizi tedesco dovrebbe essere il più vicino possibile al livello di 50 punti (previsione – 49.5). Gli indici PMI paneuropei dovrebbero rimanere in zona di espansione, sia nel settore manifatturiero che nel settore dei servizi. Tale risultato fornirà ulteriore sostegno all'euro e quindi agli acquirenti eur/usd.
Al momento, la coppia mostra un movimento laterale. I venditori di eur/usd non sono riusciti a consolidarsi sotto il livello di sostegno di 1,1740 (linea Kijun-sen su D1), e come previsto l'iniziativa è passata ai compratori della coppia. Tuttavia, non si può parlare nemmeno di una crescita stabile del prezzo: molto probabilmente la coppia rimarrà bloccata nel range 1,1710–1,1790, i cui limiti coincidono con la banda centrale e quella superiore delle Bollinger Bands sul timeframe D1.