
Il dollaro continua a mostrare una dinamica negativa, scambiando nella prima parte della sessione europea odierna (nell'indice USDX) ai minimi di dicembre, intorno al livello di 97,80.
La pressione sul dollaro si spiega con il peggioramento delle aspettative sui principali indicatori macroeconomici e con il mantenimento delle attese di un allentamento della politica monetaria da parte della Fed.
Aspettative macroeconomiche e loro impatto
Oggi, tra le 13:15 e le 15:00 (GMT), saranno pubblicati una serie di importanti dati macroeconomici statunitensi, tra cui il rapporto ADP sul numero di nuovi posti di lavoro creati nel settore privato a novembre, la seconda stima annuale del PIL USA per il 3° trimestre (la stima preliminare era 3,8%, il dato precedente 3,3%, il consensus 3,2%), gli ordini di beni durevoli e il report del Conference Board che valuta la fiducia dei consumatori statunitensi nello sviluppo economico del Paese e nella stabilità della loro situazione economica.
Il mercato del lavoro statunitense rimane un punto debole per la crescita economica.
- Il tasso di disoccupazione a novembre è salito al 4,6% contro attese del 4,4%.
- La creazione di posti di lavoro (NFP) a novembre è stata di 64.000; le revisioni di agosto e settembre hanno ridotto il totale cumulato di 33.000 rispetto ai rapporti precedenti.
- I dati di ottobre mancano a causa dello shutdown del governo, il che distorce il quadro dell'occupazione per il trimestre.
Un mercato del lavoro debole riduce la resilienza dei consumi e, di conseguenza, potrebbe frenare l'ulteriore crescita del PIL.
- PIL. Si prevede un rallentamento del tasso di crescita annuo del PIL USA nel 3° trimestre, da 3,8% a circa 3,3% (esiste anche uno scenario con 3,2%). Tale decelerazione sarà interpretata dal mercato come un segnale di indebolimento dell'attività economica e intensificherà il dibattito su un possibile allentamento della politica della Fed.
- Ordini di beni durevoli. Si prevede una contrazione della domanda: la dinamica mensile degli ordini di beni durevoli potrebbe passare da +0,5% a -1,5% a settembre, mentre gli ordini core (al netto di trasporti e/o veicoli) potrebbero correggere da +0,6% a +0,3%. Questi numeri indicano un calo significativo dell'attività di consumatori e imprese, con effetti negativi sull'economia e sul valore della valuta nazionale. La debolezza di queste categorie logicamente riduce le previsioni del PIL.
- Indice dei prezzi del PIL (deflatore). Nel 2° trimestre il deflatore del PIL si attestava al 2,1% — ben al di sotto del 3,8% registrato all'inizio dell'anno — il che attenua la pressione inflazionistica, ma, combinato con un mercato del lavoro più debole, crea un dilemma per il regolatore.
Gli economisti stanno inoltre valutando i dati pubblicati venerdì dall'Università del Michigan:
- Le aspettative inflazionistiche a 1 anno sono salite dal 4,1% al 4,2%, mentre quelle a 5 anni sono rimaste al 3,2%.
- L'indice delle aspettative dei consumatori è sceso da 55,0 a 54,6; l'indice di fiducia dei consumatori è calato da 53,3 a 52,9, a fronte di una previsione di 53,4.
L'aumento delle aspettative inflazionistiche, unitamente a un sentiment dei consumatori relativamente stabile, rende meno chiare le previsioni di ulteriori allentamenti monetari della Fed. Tuttavia, basarsi soltanto sui dati dell'Università del Michigan per trarre conclusioni sulla politica monetaria sarebbe poco saggio. È preferibile attendere la pubblicazione dei prossimi dati ufficiali sull'inflazione (dal Bureau of Labor Statistics) e sul mercato del lavoro (dal Dipartimento del Lavoro), previsti per il mese prossimo. Oggi, invece, al centro dell'attenzione ci sono il rapporto ADP, i dati sul PIL, gli ordini di beni durevoli e l'indice dei prezzi del PIL.

Quadro tecnico
Da un punto di vista tecnico l'indice del dollaro USDX mantiene una tendenza ribassista, muovendosi nell'area di mercati ribassista a medio-lungo termine, al di sotto dei livelli di resistenza chiave di 99,75 (EMA200 sul grafico giornaliero) e 101,35 (EMA200 sul grafico settimanale).
Gli indicatori tecnici (in questo caso RSI, OsMA e lo Stocastico) sui grafici giornaliero e settimanale restano dalla parte dei venditori.
Potenziali livelli di supporto e resistenza:
- Supporto: 97,60 – 97,00. Livello successivo 96,80 (EMA200 sul grafico mensile), che separa un mercato globale rialzista del dollaro da quello ribassista.
- Resistenza: 98,30 – 98,46. Livello successivo 98,85 (EMA50 sul grafico giornaliero e EMA200 sul grafico a 4 ore).

Queste aree rappresentano zone chiave in grado di invertire la direzione dell'indice del dollaro. Tuttavia, l'attuale situazione suggerisce che il potenziale di ulteriori ribassi supera nettamente le possibilità di ripresa. Al momento non ci sono motivi concreti per un rafforzamento significativo del dollaro.
Conclusione
Dati macroeconomici negativi, in particolare sul PIL e sul mercato del lavoro, probabilmente rafforzeranno la pressione sul USD e potrebbero spingere l'indice USDX sotto il livello di supporto importante a 97,60 (EMA144 sul grafico mensile). Al contrario, un sorprendente miglioramento "sopra le attese" potrebbe dare al dollaro uno slancio rialzista di breve periodo; resta però improbabile che ciò cambi la tendenza ribassista predominante senza conferme successive nella statistica. Va anche considerato che, data la stagione delle festività e i bassi volumi di scambio, la reazione di mercato a queste pubblicazioni potrebbe risultare eccessiva.
In sintesi, la dinamica del dollaro USA è determinata da una combinazione di fattori economici negativi e dall'incertezza sulla politica monetaria (il mercato attende almeno due tagli dei tassi nel 2026). Si prevede un ulteriore indebolimento del dollaro, che potrà accentuarsi a seconda dei risultati delle prossime pubblicazioni macro. Agli investitori è consigliabile tenere conto di questi elementi nella definizione delle strategie di trading e di gestione del rischio.
La settimana in corso è l'ultima piena settimana di contrattazione del mese e dell'anno, ed è anch'essa accorciata. Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, i paesi cattolici celebreranno il Natale, e venerdì si festeggerà il Boxing Day in molti Paesi europei, in alcune nazioni del continente americano e nel Commonwealth britannico. I mercati finanziari saranno chiusi giovedì per celebrare il Natale. Il mondo si prepara intanto all'arrivo del nuovo anno 2026.