A volte è meglio non fare nulla che fare qualcosa. La strategia «buy and hold» spesso ottiene risultati migliori rispetto al continuo ribilanciamento del portafoglio. L'anno scorso ne è la prova: nonostante le numerose scosse, mantenere le azioni comprate a gennaio si è rivelata una strategia efficace. Chi avesse acquistato titoli esteri avrebbe ottenuto rendimenti ancora maggiori. In generale, la crescita dell'S&P 500 del 18% è stata un risultato soddisfacente per gli investitori passivi.
Andamento degli indici azionari
I principali shock del 2025 sono stati i dazi della Casa Bianca, la conseguente perdita di fiducia negli asset americani e infine i dubbi sulle tecnologie legate all'intelligenza artificiale. Le tariffe all'importazione si sono rivelate più ampie e distruttive per il mercato azionario di quanto ci si aspettasse: l'S&P 500 è crollato ad aprile. Tuttavia, non appena ha preso piede la cosiddetta strategia TACO (Trump Always Chickens Out — «Trump si ritira sempre»), i rialzisti sono diventati inarrestabili.
In effetti, la consapevolezza che non sarebbero arrivati ulteriori dazi più elevati ha spinto gli investitori a comprare praticamente ogni discesa dello S&P 500. I pessimisti credevano che i dazi sulle importazioni, i più alti dagli anni '30, avrebbero minato la fiducia negli asset americani e contribuito alla fuga di capitali dal mercato azionario statunitense. Non è accaduto: il mercato rimane il più grande e liquido al mondo. Il ritorno degli investitori esteri è stato più che riuscito: l'S&P 500 è salito del 43% dal minimo di aprile.
In autunno sono emersi dubbi sull'efficacia degli investimenti nell'intelligenza artificiale: ingenti capitali non hanno generato i profitti attesi, e si sono intensificate le voci su una possibile pausa nel ciclo di espansione monetaria, privando l'S&P 500 di una rete di sicurezza.
Performance settimanale dell'S&P 500
Il ritracciamento è stato meno profondo del previsto. Il mercato si è rapidamente ripreso, si è stabilizzato e ha segnato nuovi record a fine anno. Di conseguenza l'ultima settimana completa di dicembre è risultata per l'S&P 500 la migliore da quasi un mese.
Gli investitori guardano al futuro con ottimismo. Gli analisti di Bloomberg prevedono un'espansione del PIL statunitense del 2% nel 2026, fattore che favorirà la crescita degli utili aziendali e il proseguimento del rally dell'S&P 500. Vi sono anche aspettative di continuità nel ciclo di allentamento monetario della Fed: la probabilità di un taglio del tasso sui fondi federali a marzo è stimata al 51%.
Allo stesso tempo, il nuovo presidente della Fed farà probabilmente tutto il possibile per accelerare il processo di allentamento della politica monetaria: a Donald Trump non serve un altro governatore.
Tecnicamente, sul grafico giornaliero dell'S&P 500, il trend rialzista sta guadagnando slancio. Le quotazioni si allontanano dai supporti dinamici sotto forma di medie mobili, segnalando la forza dei tori. È sensato mantenere un focus sugli acquisti in direzione di 7.000 e 7.100.
