Goldman Sachs prevede che l'euro potrebbe perdere fino al 10% del suo valore se Donald Trump tornasse al potere e riprendesse il suo passatempo preferito: aumentare le tariffe. Gli strateghi della banca, che osservano con un sorriso il mercato valutario globale, avvertono: una vittoria dei repubblicani potrebbe provocare tariffe più alte e tagli fiscali negli Stati Uniti, che farebbero volare il dollaro alle stelle e manderebbero l'euro in caduta libera.
Ovviamente, se il governo risultasse diviso, il dollaro, secondo le previsioni degli esperti, intraprenderà un rally modesto, senza accelerare troppo. Invece, se al potere ci fossero i democratici, il dollaro, al contrario, potrebbe perdere leggermente terreno, mentre i mercati ricalcolerebbero le probabilità di cambiamenti significativi nella politica tariffaria.
Le valute particolarmente sensibili a queste metamorfosi americane sono quelle legate alla Cina, come il peso messicano, lo yuan cinese e il won sudcoreano. Insieme a loro seguiranno anche l'euro e il dollaro australiano, che, dopo i recenti cataclismi di mercato, aspettano chiaramente l'opportunità di prendersi una pausa.
Secondo le previsioni di Goldman Sachs, se i repubblicani prenderanno di mira la Cina e i dazi, lo yuan potrebbe scendere fino a 7,40, mentre l'euro si indebolirà di circa il 3%. In caso di tariffe globali di base, l'euro potrebbe perdere fino al 10% del suo valore. Ecco, sembra che sia solo la politica commerciale degli Stati Uniti, eppure riguarda tutti.
Lo yen giapponese, al momento, rimane una variabile imprevedibile. Ci sono così tanti fattori in competizione che anche gli strateghi esperti di Goldman Sachs preferiscono non fare dichiarazioni troppo audaci.
Goldman ricorda anche che la politica degli Stati Uniti è solo uno dei tanti enigmi che influenzano i mercati valutari. Pertanto, è meglio che gli investitori siano cauti e non si affidino ai dati passati, poiché gli anni 2018-19 hanno dimostrato che gli eventi possono evolversi secondo scenari completamente inaspettati.
