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FX.co ★ Dollaro USA gravemente danneggiato dalla politica tariffaria di Trump

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Forex Humor:::2025-07-03T10:42:19

Dollaro USA gravemente danneggiato dalla politica tariffaria di Trump

Pensate un po': il dollaro USA ha messo a segno la sua peggiore performance da mezzo secolo a questa parte! Gli analisti sono giunti alla conclusione che la colpa è ancora una volta del presidente americano Donald Trump.

Secondo gli analisti del Financial Times (FT), il dollaro è crollato del 10% dall'inizio del 2025. Si tratta del calo più forte dal 1973. Il motivo principale del crollo è la politica tariffaria del presidente Trump. Sullo sfondo delle guerre commerciali avviate dalla Casa Bianca, la valuta statunitense è scesa del 10% rispetto a un paniere di sei principali valute globali.

Gli esperti di FT ritengono che l'esito delle iniziative tariffarie di Trump abbia colto di sorpresa i mercati. Di conseguenza, gli investitori, di fronte alle turbolenze del mercato, si sono riversati sugli asset europei, facendo salire l'euro del 13%.

Dopo una serie di aumenti dei dazi, gli operatori di mercato hanno iniziato a speculare su una potenziale perdita dello status di valuta di riserva del dollaro. Tuttavia, la situazione si è successivamente stabilizzata e il biglietto verde ha raggiunto un certo equilibrio. Ciononostante, i fondamentali del dollaro USA hanno subito dei forti scossoni. Il dollaro non è più visto come un “porto sicuro”. Gli operatori di mercato di tutto il mondo si affrettano a coprire le loro attività denominate in dollari, aumentando la pressione sulla valuta statunitense.

C'è anche un punto di vista alternativo sulla situazione, secondo il quale la debolezza del dollaro, se non direttamente causata dall'amministrazione Trump, si inserirebbe comunque in un piano più ampio per eliminare il deficit commerciale degli Stati Uniti. Stando a questa visione, per ridurre al minimo il “deficit commerciale”, che nel 2024 ammontava a 918 miliardi di dollari, potrebbe essere necessaria una svalutazione del dollaro del 20-30%. L'attuazione di tale misura richiederebbe almeno due anni.

È generalmente accettato che il deficit commerciale americano sia strettamente legato allo status del dollaro come valuta di riserva mondiale e al ruolo degli Stati Uniti come esportatori di asset di riserva. Gli afflussi di capitale di solito sostengono il valore del dollaro nonostante il deficit delle partite correnti, ma il rovescio della medaglia di questo processo è la necessità di esportare titoli di Stato americani per sostenere la crescita globale. È proprio questo il problema criticato dai sostenitori di Trump, i quali ritengono che un dollaro sopravvalutato renda le esportazioni americane meno competitive. Di conseguenza, il Paese diventa sempre più dipendente dai beni stranieri, anche in settori critici per la difesa nazionale.

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