Nonostante il fatto che i rischi geopolitici e finanziari siano aumentati in modo significativo nell'ultimo fine settimana, le principali piattaforme di scambio sono tutt'altro che nel panico. Le borse dei paesi dell'Asia-Pacifico si negoziano nella zona verde, il giapponese Nikkei225 aggiunge lo 0,2% alle 10:00 UTC+3. Approssimativamente lo stesso vale per lo Shanghai Composite. Il Dow Jones New Zealand +0,65%. Le borse di Australia, India, Singapore, Corea del Sud sono in vantaggio. Non vi è alcun cambiamento nel bilanciamento dei rischi anche nel mercato del debito, in particolare i rendimenti crescono in Cina e in India, nella maggior parte degli altri paesi le variazioni sono minime.
I mercati non vedono un aumento dei rischi, nonostante gli Stati Uniti e alcuni suoi alleati si siano pronunciati a favore dell'esclusione del sistema finanziario russo dal sistema di pagamento globale Swift, che non può non influenzare, tra l'altro, il sistema di pagamenti per i vettori energetici e, a quanto pare, la possibilità di introduzione di restrizioni alle operazioni di commercio estero da parte della Russia. Inoltre, caratteristicamente, non vi è alcuna reazione del mercato alla transizione delle forze di deterrenza russe in uno stato di massima allerta, che di per sé è un potente fattore di tensione geopolitica.
Il rapporto CFTC è obsoleto prima di essere pubblicato, poiché non include la reazione del mercato allo scoppio delle ostilità in Ucraina. Tuttavia, è interessante dal punto di vista del sentiment degli investitori a lungo termine, a condizione che nessun evento geopolitico sbilancia i mercati. E devo dire che questi sentimenti non sono ancora a favore del dollaro: la posizione lunga cumulativa in dollari USA è in calo per la settima settimana consecutiva e da martedì è scesa a 6,16 miliardi di dollari.
Questa tendenza significa che il mercato finanziario non vede motivi economici per un aumento della domanda di USD. I rendimenti, che probabilmente continueranno a crescere dopo l'inizio del ciclo di rialzo dei tassi della Fed, non sembrano attraenti per gli investimenti a lungo termine, poiché i rendimenti reali corretti per l'inflazione sono inferiori a quelli dell'area dell'euro e persino inferiori a quelli di numerosi paesi merceologici. Il flusso di capitali verso asset rischiosi è vincolato da rischi geopolitici. Questa è una tesi assolutamente ovvia, e in assenza di tali rischi la domanda di dollaro, come mostra il rapporto CFTC, continuerebbe a diminuire.
Ma queste conclusioni ora sono irrilevanti. È chiaro che il prossimo rapporto mostrerà un forte cambiamento nel sentiment. La domanda spot per il dollaro è in crescita ed è probabile che continui per qualche tempo.
È anche significativo che l'aumento dei prezzi del petrolio si sia fermato. A quanto pare, il mercato non vede la minaccia della sospensione delle forniture energetiche dalla Russia. Venerdì il prezzo del gas in Europa presso l'hub nei Paesi Bassi è sceso a 1.050 dollari/100 metri cubi, cioè non c'è stato alcun panico. L'apertura delle negoziazioni lunedì aumenterà senza dubbio i prezzi, ma è improbabile che così tanto.
EURUSD
La posizione lunga netta sull'euro è aumentata durante la settimana di riferimento di 1,64 miliardi a 8,4 miliardi. Il fair value, compresi i movimenti a breve termine nei mercati obbligazionari, azionari e valutari, è diminuito, ma rimane ancora al di sopra della media a lungo termine.
L'euro spot è sceso, il che non sorprende, poiché è l'Europa che ora si assume il massimo dei rischi. Allo stesso tempo, non c'è stato un calo su larga scala dell'euro. Il supporto a 1,1122 è rimasto e se ci sono segnali di un calo dell'escalation, allora l'EURUSD riprenderà immediatamente a crescere.
GBPUSD
La sterlina nel mercato dei futures continua ad oscillare contro lo zero. La variazione settimanale è di -682 milioni, si è formata una posizione corta a -493 milioni, il fair value è sopra lo zero, ma il momentum è perso.
Molto probabilmente, la sterlina, come l'euro, rimarrà all'interno dell'intervallo. Non ci sono praticamente ragioni fondamentali né per la crescita né per il calo, non c'è nemmeno un driver interno per la sterlina, assumiamo che il trading nel range continuerà, il supporto è 0,3250/70, il target più vicino è 0,3550/70.
