Perché il petrolio è rimbalzato dai minimi di 5 mesi? A prima vista, la risposta è ovvia: gli attacchi degli Houthi alle navi nel Mar Rosso, sostenuti dall'Iran, hanno costretto le aziende a cercare rotte alternative. Le loro interruzioni sono un chiaro fattore rialzista per il Brent. Tuttavia, il rally della varietà del Mare del Nord a seguito dell'annuncio dei risultati della riunione della Fed di dicembre fa dubitare che sia solo la geopolitica a spingere i prezzi al rialzo.
In effetti, il mercato dell'oro nero rimane ribassista. Secondo l'IEA, la domanda globale nel 2023 crescerà di 2,3 milioni di barili al giorno, ma nel 2024 rallenterà del 50% a +1,1 milioni di barili al giorno poiché i consumatori si rivolgeranno a risorse più efficienti ed a veicoli elettrici. L'Agenzia internazionale dell'energia ritiene che l'aumento della produzione di petrolio nei paesi non OPEC+ sarà sufficiente per soddisfare questa domanda. In sostanza, ciò significa che senza ulteriori tagli alla produzione da parte dell'Alleanza, il Brent potrebbe scendere sotto i 60 dollari al barile.
Dinamica dei principali tipi di petrolio
Esiste infatti un problema di eccesso di offerta. Non è scomparsa da nessuna parte. L'industria statunitense dello shale ha sfidato le previsioni di rallentamento con una forte crescita. La produzione petrolifera iraniana è aumentata vertiginosamente mentre Washington ha chiuso un occhio sull'applicazione delle sanzioni. Le misure contro la Russia non funzionano e Brasile, Guyana e altri paesi hanno aumentato la loro offerta.
A questo proposito, l'attacco degli Houthi alle navi nel Mar Rosso ha permesso ai tori del Brent di prendere una pausa. Il Canale di Suez, lungo 192 km, è la via più veloce tra l'Asia e l'Europa. Nella prima metà del 2023 sono passati qui circa 9,2 milioni di barili al giorno, ovvero il 9% della domanda globale. Trovare percorsi alternativi richiederà tempo e costerà denaro, il che si rifletterà nell'aumento del costo dei contratti di fornitura.
Tuttavia, per Goldman Sachs questo non è un grosso problema. Secondo le stime della banca, un ipotetico reindirizzamento di 7 milioni di barili al giorno su un lungo periodo di tempo aumenterà i prezzi del tipo del Mare del Nord di soli 3-4 dollari al barile. La geopolitica sta avendo un impatto temporaneo sui mercati e non ci si dovrebbe aspettare il pieno coinvolgimento dell'Iran nel conflitto.
Un'altra cosa è la svolta accomodante della Fed. Il rialzo del 15% dell'indice S&P 500 rispetto al minimo di ottobre, il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni in calo di 106 punti base, l'indice USD in calo e il restringimento degli spread creditizi stanno indebolendo le condizioni finanziarie. In sostanza, si tratta di un serio stimolo dell'economia, che potrebbe tradursi sia in un aumento della domanda interna di petrolio e prodotti petroliferi, sia in un sostegno ad altri paesi. È probabile che l'effettiva domanda globale di oro nero sarà molto più elevata di quanto previsto dall'IEA. E questo potrebbe essere l'inizio di un rally del Brent.
Tecnicamente, l'idea di implementare il modello di inversione Expanding Wedge può essere confermata sul grafico giornaliero della varietà del Mare del Nord. Per questo, il Brent deve superare gli 81 dollari al barile. L'ingresso aggressivo in posizioni long implica un assalto alla resistenza a 79 dollari.
