Mentre l'euro e la sterlina sono indecisi sulla direzione da prendere, un recente rapporto della Federal Reserve di Philadelphia ha rivelato che i ritardi nei pagamenti con le carte di credito hanno superato i livelli pre-pandemici, con oltre il 10% dei mutuatari che effettuano solo il pagamento minimo, un aumento non verificatosi dal 2019.
Secondo la Fed di Philadelphia, alla fine di settembre quasi il 3,2% del debito delle carte era scaduto da almeno 30 giorni. Si tratta del tasso più alto da oltre un decennio e di oltre 40 punti base in più rispetto al trimestre precedente. Anche la quota dei debiti scaduti da 60 e 90 giorni è aumentata.
"In risposta ai segni di crescente instabilità dei consumatori, le banche concedono meno spesso linee di credito e riducono più frequentemente i limiti", ha dichiarato la Federal Reserve di Philadelphia. È importante notare che i dati coprono i prestiti delle grandi banche con attivi di almeno 100 miliardi di dollari.
Il rapporto afferma che la pressione sulle finanze delle famiglie americane è aumentata a causa dell'improvviso aumento del costo della vita che non sempre è stata accompagnata da redditi più alti. Secondo la Federal Reserve Bank di Philadelphia, circa il 10% dei mutuatari di carte di credito ha attualmente saldi superiori a 5000 dollari. Peraltro, le banche stanno riducendo i limiti di prestito, il che significa che i consumatori sono propensi a utilizzare maggiormente le linee di credito esistenti. La ricerca rileva che circa un utente di carta su 10 ha un saldo che raggiunge il 95% del limite e che una percentuale simile effettua solo il pagamento minimo ogni mese, il livello più alto dal 2019.
La Federal Reserve di Philadelphia ha concluso che, a fronte dei tassi di interesse record sui prestiti con carte di credito, i saldi rinnovabili crescono rapidamente rispetto ai minimi raggiunti durante la pandemia. Nel terzo trimestre dell'anno scorso, tali saldi sono aumentati complessivamente a oltre 600 miliardi di dollari.
Tuttavia, ci sono anche buone notizie. I dati rivelano che gli americani stanno pagando molto meglio i loro mutui. Dopo l'aumento dei debiti durante la pandemia, grazie ai programmi governativi di alleviamento del carico debitorio sui mutui, negli ultimi trimestri gli impegni finanziari hanno raggiunto nuovi minimi storici.
Per quanto riguarda il quadro tecnico dell'EUR/USD, gli acquirenti continuano a mantenere le loro posizioni, ma per riprendere completamente l'iniziativa ai tori è necessario prendere il controllo del livello 1.1000, il che consentirebbe di puntare a un nuovo test di 1.1035. Da lì si potrebbe avanzare verso 1.1075, ma farlo senza il supporto dei grandi operatori sarà piuttosto problematico. L'obiettivo più lontano sarà il massimo di 1.1111. In caso di ribasso, solo nell'area di 1,0955, mi aspetto azioni serie da parte dei grandi acquirenti. Se non ci saranno, sarebbe opportuno aspettare il raggiungimento del minimo di 1.0915 o aprire posizioni long da 1.0880.
Per quanto riguarda le prospettive per la coppia GBP/USD, la domanda per la valuta britannica rimane. Il consolidamento sopra il livello di 1.2790 restituirebbe la possibilità di un ritorno al trend rialzista con un'uscita a 1.2820, lasciando speranza per un aggiornamento a 1.2850. Successivamente, si potrà parlare di un balzo più marcato della sterlina fino a 1,2890. Se la coppia scende, gli orsi cercheranno di prendere il controllo di 1.2750. Se ciò dovesse avvenire, una rottura del range assesterebbe un duro colpo alle posizioni dei rialzisti e spingerebbe la coppia GBP/USD al minimo di 1.2720 con la prospettiva di ribasso verso il livello di 1.2690.
