Ogni generazione ha i suoi idoli. Se alla fine del XX secolo tutti erano affascinati dal metallo giallo, all'inizio del XXI secolo il suo posto è stato preso dagli asset digitali. La rapida crescita del bitcoin fino ai massimi storici nel 2021 ha fatto perdere lustro ai metalli preziosi. Sul mercato degli ETF c'è un movimento di capitale verso le criptovalute, mentre gli speculatori si liberano delle loro posizioni sull'oro. Ad esempio, nella settimana fino al 20 febbraio, le posizioni long sul COMEX sono diminuite di 1802, raggiungendo 98840 contratti, mentre le posizioni short sono diminuite di 17549, scendendo a 48917 contratti.
Se il bitcoin è ancora molto giovane e gli investitori non riescono a capire appieno quali fattori ne determinano la dinamica, con il metallo giallo è diverso. Negli ultimi decenni è stato oggetto di scambi, e gli operatori hanno studiato la correlazione tra XAU/USD e l'indice del dollaro statunitense e il rendimento reale dei titoli del Tesoro. Si ritiene che l'oro sia uno strumento di copertura contro l'inflazione, ma in realtà il ruolo chiave è svolto dalla politica monetaria della Banca centrale americana (Federal Reserve).
Dinamiche dell'oro e del rendimento reale dei titoli del Tesoro USA
Durante i periodi di rialzo del tasso sui fondi federali, il metallo giallo di solito resta nell'ombra poiché il dollaro si rafforza e contemporaneamente aumenta il rendimento dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti. Tuttavia, nel 2022-2023, quando si sono verificati questi processi, l'oro ha mostrato una sorprendente resilienza. Ciò è stato dovuto agli acquisti record delle banche centrali, che hanno compensato l'uscita di capitale dagli ETF.
I rialzisti della coppia XAU/USD sono entrati nel 2024 in uno stato d'animo più ottimistico. Se l'inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve porta ad un calo delle quotazioni, il suo indebolimento dovrebbe diventare un motivo per acquistare. All'inizio dell'anno non mancavano le previsioni ottimistiche. Venivano menzionate cifre come 2400 dollari l'oncia. E persino 3000$. L'inizio vero e proprio, purtroppo, è stato deludente. Il metallo prezioso è addirittura tornato sotto i 2.000 dollari l'oncia per un po', ma poi ha trovato la forza di risalire.
Dinamiche dell'oro e del dollaro statunitense
Alla fine di febbraio, le previsioni di mercato sul destino del tasso sui fondi federali corrispondono completamente alle stime di dicembre del FOMC. Ciò significa che il dollaro statunitense ha perso la sua principale carta vincente, il che teoricamente dovrebbe dare il via libera all'oro. In realtà, tuttavia, l'oro non si affretta a crescere, poiché l'economia americana prospera e gli ufficiali della Federal Reserve parlano sempre più spesso di un possibile taglio del tasso sui fondi federali solo alla fine del 2024.
Se le aspettative riguardo all'inizio dell'allentamento della politica monetaria della Federal Reserve saranno spostate da giugno a un periodo successivo, il dollaro statunitense otterrà un nuovo impulso di crescita, che avrà un impatto negativo su XAU/USD. Un suggerimento potrebbe provenire dal rapporto dei dati sull'inflazione americana sotto forma di PCE, che i mercati attendono con ansia. Un'accelerazione dell'indice dei prezzi delle spese personali potrebbe riaccendere l'idea del ripristino delle restrizioni monetarie. Una brutta notizia per il metallo giallo.
Dal punto di vista tecnico, sul grafico giornaliero dell'oro è in corso un consolidamento vicino al valore equo di 2034$ l'oncia. Se il prezzo scende al di sotto del supporto a 2025$, ciò potrebbe consentire al metallo giallo di formare un modello di inversione 1-2-3. La combinazione di questo modello con il pattern Tre Indiani potrebbe fornire una base per acquisti a medio termine in caso di rimbalzo dalla zona di 2000$-2010$.
