I futures sulle azioni americane rimangono stabili mercoledì dopo un'altra sessione positiva a Wall Street. Gli investitori continuano a ignorare la politica commerciale di Donald Trump e il tono più restrittivo della Fed, prendendo in considerazione anche una possibile fine della guerra in Ucraina, che ha avuto un impatto positivo sul sentiment in Europa.
Tuttavia, la performance di alcune azioni rimane incerta: Arista Networks è scesa del 5% nonostante solidi risultati trimestrali, mentre Bumble è crollata del 17% a causa di previsioni deboli.
Allo stesso tempo, lo S&P 500 ha raggiunto un nuovo massimo storico, guadagnando lo 0,24%, mentre Dow e Nasdaq hanno registrato lievi aumenti.
Il settore tecnologico continua a essere il motore trainante del mercato, ma la dipendenza dell'indice S&P 500 dalla "Magnifica Sette" (Apple, Nvidia, Microsoft, Amazon, Alphabet, Meta, Tesla) solleva sempre più interrogativi. Dopo due anni consecutivi di crescita superiore al 20%, il 2025 potrebbe essere un anno meno prevedibile per l'indice.
Perché la "Magnifica Sette" potrebbe rappresentare una minaccia per il mercato?
Nonostante la forte crescita dei giganti tecnologici, i loro profitti stanno rallentando da cinque trimestri consecutivi. Nel 2024, il loro incremento complessivo è stato del 63% rispetto al 75% del 2023, ma ora ci sono tre fattori che potrebbero cambiare le dinamiche:
Rallentamento della crescita degli utili
Negli ultimi anni, le società della "Magnifica Sette" sono state i principali motori di crescita dello S&P 500, ma il loro contributo agli utili dell'indice inizierà a diminuire. Nel 2025, la loro quota nella crescita degli utili dello S&P 500 potrebbe scendere al 33% rispetto al 75% del 2024.
Aumento drastico delle spese in conto capitale
I giganti tecnologici stanno investendo massicciamente in AI e tecnologie cloud, ma questi investimenti richiedono enormi risorse. Nel 2024, la spesa in conto capitale delle sette maggiori aziende è aumentata del 40%, mentre le altre società dell'indice S&P 500 hanno incrementato le spese solo del 3,5%.
Ad esempio, Alphabet ha annunciato investimenti record di 75 miliardi di dollari per il 2025, superando le previsioni degli analisti.
Aumento della volatilità e rischio di sopravvalutazione
Al culmine del 2023, le azioni dei colossi tecnologici venivano scambiate con un premio del 70% rispetto al resto del mercato. Attualmente, il premio si è ridotto al 40%, ma rimane elevato. Questo le rende vulnerabili a una correzione in caso di deterioramento della situazione macroeconomica o problemi nella monetizzazione dei prodotti basati sull'intelligenza artificiale.
Analisi tecnica dell'indice S&P 500
Lo S&P 500 ha raggiunto un nuovo massimo. L'indice continua a salire, ma il ritmo della crescita sta rallentando.
Resistenza chiave → 6150, se l'indice la supera, si può prevedere un rialzo verso 6180–6200.
Supporto chiave → 6100, una rottura al ribasso aprirebbe la strada verso 6050 e, in caso di correzione più profonda, verso 6000, dove si trova la SMA a 50 giorni.
Indicatori:
RSI (14) = 63, segnalando un avvicinamento alla zona di ipercomprato.
MACD rimane in zona rialzista, ma il momentum sta rallentando.
Nasdaq 100 continua il trend rialzista
Il mercato è vicino a una forte resistenza compresa tra 22200–22250. Se questo livello viene superato, si aprirà la strada verso 22500.
Supporto chiave → 22000, la sua rottura potrebbe portare a un ritracciamento fino a 21800, dove si trova la SMA a 50 giorni.
Indicatori:
RSI (14) = 69, indicando un forte surriscaldamento del mercato.
MACD mantiene ancora un segnale rialzista, ma mostra un indebolimento del momentum.
Pertanto, il mercato continua a crescere, ma la dipendenza dell'indice S&P 500 dai giganti tecnologici solleva sempre più dubbi. Nel 2025, la "Magnifica Sette" potrebbe non garantire più lo stesso livello di rendimento degli anni precedenti, aumentando il rischio di volatilità.
Fintanto che gli indici restano sopra i livelli di supporto chiave, il trend rimane rialzista. Tuttavia, gli investitori devono essere pronti a una possibile correzione, specialmente se i dati macroeconomici o i report aziendali deluderanno le aspettative.