Lo scorso fine settimana, il presidente americano D. Trump e la presidente della Commissione europea U. Von der Leyen hanno annunciato un accordo sul commercio tra UE e USA; l'accordo ha portato alla crescita dei futures sugli indici azionari americani ed europei e ha inoltre sostenuto le valute europee rispetto al dollaro.
E così il presidente americano è riuscito a spingere gli interessi dell'America anche sul continente europeo. Dopo il Giappone, Washington impone i propri interessi nazionali sul territorio dell'Unione europea, obbligandola a pagare un egemonico affitto al protettore americano.
Su cosa si sono accordati Trump e Von der Leyen?
In termini generali, l'accordo prevede ingenti acquisti europei di risorse energetiche USA, nonché di armi. L'Europa continentale, rappresentata dall'Unione europea, si è inoltre impegnata ad effettuare investimenti significativi nell'economia americana. Dopo l'incontro, Trump ha affermato che l'UE comprerà risorse energetiche per un valore di 750 miliardi di dollari e investirà 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Naturalmente, per le merci provenienti dall'Unione europea è stato stabilito un dazio doganale del 15%. Sì, è meno del 30% di cui aveva parlato Trump, ma era chiaro che l'imposta sarebbe stata ridotta, e, nei fatti, è la stessa stabilita per il Giappone.
Allontanandosi un po' dal tema dei dazi, i primi risultati di alto profilo indicano come Trump ha realmente intenzione di rendere di nuovo grande l'America.
Credo che egli comprenda perfettamente che non sarà in grado di ottenere risultati significativi a breve termine costruendo una nuova America industriale che, considerando la mentalità della popolazione e della classe dirigente, insieme alle imprese, non è pronta a fare sacrifici economici, come non lo era l'URSS negli anni '30 del Novecento. Ecco perché è stata scelta la via della semplice rapina dei paesi satellite. Durante questo periodo, è probabile che ci sarà un tentativo per rilanciare i produttori nazionali, che però non ritengo possibile: ciò significa che gli USA succhieranno le risorse finanziarie e produttive di tutti i paesi che avranno accettato la loro influenza, cercando di esistere non più come grande potenza produttiva, ma solo come "paese parassita" che vive a spese degli altri.
Ma nonostante gli oneri del "miracolo economico" di Trump, i mercati finanziari percepiscono - hic et nunc - questa notizia come un segnale forte e positivo, che permetterà ai mercati azionari di continuare a crescere. Un ulteriore aspetto positivo per gli investitori è la riduzione della tensione generale sul tema dei dazi, ovvero la manifestazione di certezza in merito a quale sarà la strada intrapresa da Trump e dagli Stati Uniti. Se l'accordo con il Giappone può essere considerato un fatto isolato, supponendo che le cose possano essere diverse con altre grandi economie mondiali, la sua riproposizione in copia esatta nell'accordo con l'Unione europea dimostra cosa vuole il presidente americano e quali sono i suoi obiettivi. In realtà, si tratta infatti dell'imposizione di una tassa "da stato sovrano" sugli stati-satellite per finanziare la ricostruzione della propria economia nazionale. A tale proposito, ovviamente, è del tutto lecito affermare che Trump stia passando da una vittoria all'altra.
Cosa aspettarsi oggi dai mercati?
I principali beneficiari saranno i mercati azionari. Anche le valute europee riceveranno sostegno, soprattutto in un contesto di indebolimento del dollaro, ma prima della riunione della Fed e della pubblicazione della relazione sull'occupazione in America. I mercati delle materie prime mostreranno un aumento della domanda sullo sfondo dell'accordo tra l'UE e gli Stati Uniti. Anche il mercato delle criptovalute potrebbe tentare di crescere grazie alla riduzione delle tensioni tra l'UE e l'America, persino a spese degli europei.
Tra gli eventi importanti di questa settimana va sottolineato l'atteso incontro della Fed sulla politica monetaria e l'occupazione. Si terranno inoltre le riunioni della Banca centrale del Giappone e del Canada in tema di politica monetaria.
Previsioni per la giornata:
Oro
Il prezzo dell'oro potrebbe continuare a diminuire progressivamente fino a 3283, formando una "bull flag" di proseguimento della tendenza in conseguenza delle ridotte tensioni sul commercio USA-UE. Su quest'onda, potrebbe scendere a 3283,20. Il livello di vendita può essere quota 3331,19.
EUR/USD
La coppia continua a scambiare nell'intervallo 1,1585-1,1800. E' probabile che vi rimanga nel prossimo futuro: se da un lato infatti c'è ottimismo per la fine delle controversie commerciali tra Bruxelles e Washington, dall'altro, aleggiano sullo sfondo le prossime rapine ai danni dell'Unione europea per il finanziamento dell'economia americana e gli sconvenienti dazi sulle merci europee. Alla luce di questi fattori chiave, nonché della prevista decisione della Fed di lasciare invariati i parametri della politica monetaria USA, si può presumere che la coppia calerà verso 1,1585 dopo essere scesa al di sotto del livello di 1,1710. Il livello di vendita può essere quota 1,1698.