L'euro è aumentato rispetto al dollaro USA in seguito alla notizia che gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno trovato un difficile accordo che stabilisce tariffe del 15% per il blocco europeo. E anche se l'UE ha provato a insistere sul 10%, il 15% non è il 30% minacciato da Trump che avrebbe portato a un brusco calo del PIL UE. Occorre notare che l'accordo è stato raggiunto a meno di una settimana dal termine ultimo imposto da Trump per l'aumento delle tariffe, e che è stato subito accolto positivamente da diversi leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro italiano Georgia Meloni, che lo hanno definito "sostenibile".
Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno annunciato l'accordo domenica dal golf-club di Turnberry, in Scozia. Al momento i dettagli completi dell'accordo non sono stati divulgati e non è stato pubblicato alcun materiale scritto. I dazi al 15% entreranno in vigore il 1 agosto. "Questo è il più grande di tutti gli accordi", ha detto Trump, mentre la Von der Leyen ha aggiunto che porterà stabilità e prevedibilità. Tuttavia, la mancanza di dettagli specifici lascia aperte le questioni relative all'ambito di applicazione, alle eccezioni e ai meccanismi per monitorare il rispetto dei termini dell'operazione. Gli esperti avvertono della necessità di un'analisi approfondita del testo dell'accordo dopo la pubblicazione per valutarne il reale impatto sui vari settori dell'economia.
Ciononostante, il fatto stesso che l'accordo sia stato raggiunto viene considerato un passo importante verso la riduzione delle tensioni nel commercio transatlantico e la creazione di condizioni più favorevoli per la cooperazione economica. Ci si aspetta che la pubblicazione di documenti ufficiali chiarisca i dettagli dell'accordo e consenta una valutazione delle sue conseguenze a lungo termine.
A seguito dell'intesa, le esportazioni dell'UE saranno soggette a dazi molto più elevati di quelli che il blocco addebiterà alle importazioni dagli Stati Uniti. Von der Leyen ha affermato che lo scopo dell'accordo è quello di riequilibrare la bilancia commerciale con gli Stati Uniti. I compromessi previsti dall'accordo hanno tuttavia causato malcontento tra alcuni gruppi industriali europei e la principale lobby tedesca ha dichiarato che si tratta di un segnale fatale per le economie - strettamente intrecciate - di entrambe le sponde dell'Atlantico.
Gli stessi Trump e Von der Leyen hanno espresso opinioni divergenti su alcuni termini chiave dell'accordo che avevano appena annunciato. Il presidente USA ha affermato che la tariffa si applicherà alle auto e a tutto il resto, ma non ai prodotti farmaceutici e ai metalli.
Poco più tardi, la presidente della Commissione europea ha dichiarato in conferenza stampa che il tasso del 15% sarebbe stato globale, che non sarebbe andato ad aggiungersi ai dazi di settore e che sarebbe stato applicato a medicinali, chip e automobili. Stando alle sue parole, i dazi sui metalli verranno ridotti e sarà introdotto un sistema di quote. "Abbiamo il 15% sui prodotti farmaceutici. Qualunque decisione prenda il presidente degli Stati Uniti su come trattare i prodotti farmaceutici a livello globale, sarà discussa su un altro pezzo di carta", ha affermato von der Leyen, aggiungendo che il tasso complessivo non deve essere sottovalutato, ma era l'opzione migliore che si potesse ottenere.
L'UE ha inoltre accettato di acquistare energia statunitense per 750 miliardi di dollari, di investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti - oltre i costi esistenti -, nonché di aprire i mercati al commercio USA a tariffe zero ediacquistare enormi quantità di attrezzature militari. Von der Leyen ha detto che non sono ancora state prese decisioni sui vini e gli alcolici europei, ma la questione sarà risolta nel prossimo futuro.
Gli economisti stimano che senza un accordo, a partire dal 1° agosto l'aliquota media effettiva dei dazi doganali statunitensi sarebbe salita a quasi il 18% rispetto all'attuale 13,5%. Il nuovo accordo riduce questa cifra al 16%.
Come già sottolineato, l'accordo non riguarda le esportazioni di acciaio e alluminio dall'UE, che saranno comunque soggette a dazi del 50%. Allo stesso tempo, le tariffe per i prodotti aerospaziali rimarranno allo 0%. I funzionari hanno anche discusso i termini di un sistema di quote per le importazioni di acciaio e alluminio, in base al quale ci sarebbe un'aliquota sull'import al di sotto di una determinata soglia e una seconda aliquota standard del 50% in caso di superamento di detta soglia.
A cosa porterà il nuovo accordo commerciale tra UE e USA lo dirà il tempo, ma per il momento la reazione di trader e investitori è molto positiva, e si riflette nei mercati valutari e azionari.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico EUR/USD, ora gli acquirenti devono pensare a come raggiungere il livello di 1,1760. Solo questo permetterà di mirare al test di 1,1790. Da lì si potrà salire a 1,1825, ma riuscirci senza il sostegno dei principali operatori sarà piuttosto problematico. L'obiettivo più lontano è il massimo di 1,1860. In caso di calo dello strumento di trading intorno al livello di 1,1730, ci si aspettano azioni significative da parte dei grandi acquirenti. Se lì non dovesse esserci attività, non sarebbe male aspettarsi un aggiornamento del minimo di 1,1710, o un'apertura di posizioni lunghe da 1,1680.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico GBP/USD, gli acquirenti della sterlina devono conquistare la resistenza più vicina a 1,3450. Solo questo permetterà di puntare a 1,3475, oltre cui sarà piuttosto difficile sfondare. L'obiettivo più lontano sarà intorno a 1,3500. In caso di calo della coppia, gli orsi cercheranno di riprendere il controllo sopra 1,3410. Se ci riusciranno, la rottura di questo intervallo infliggerà un duro colpo alle posizioni dei tori e spingerà la coppia GBP/USD verso il minimo di 1,3380, con la prospettiva di un'estensione a 1,3350.