I mercati globali si preparano alla pubblicazione del rapporto sull'inflazione al consumo USA, un dato che intriga molto in vista della riunione della Fed sulla politica monetaria della prossima settimana, soprattutto dopo la pubblicazione, ieri, dei dati sull'inflazione alla produzione.
Dunque, iniziamo con il rapporto sull'inflazione alla produzione (PPI), che ha mostrato valori estremamente insoliti. Stando ai dati presentati, l'indice dei prezzi alla produzione è sceso al 2,6% su base annuale rispetto a una previsione di mantenimento di un tasso di crescita del 3,3%. È importante sottolineare anche che l'indicatore è stato rivisto dal 3,3% al 3,1%. Ricordo che in agosto la brusca crescita di questo indicatore ha scioccato il mercato e ha portato a una riduzione delle aspettative per un taglio dei tassi della Fed questo mese. Ma ora, alla vigilia della pubblicazione dei dati relativi all'inflazione al consumo, le cifre relative alla produzione indicano che questi indicatori devono essere trattati con cautela.
Prestiamo attenzione ai dati sull'inflazione al consumo, che di norma hanno un ruolo più importante dell'inflazione alla produzione per la società dei consumatori e per l'economia dei servizi USA.
Si prevede che il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo (CPI) pubblicato oggi mostri sia una crescita mensile dallo 0,2% allo 0,3% che una crescita annuale dal 2,7% al 2,9%.
Probabilmente, la crescita dell'indicatore è associata al graduale aumento dei prezzi da parte dei dettaglianti, in risposta all'aumento delle tariffe all'importazione impostato da Trump, e all'aumento dei prezzi della benzina e del cibo nei supermercati. Allo stesso tempo, si prevede una diminuzione del costo degli affitti. L'inflazione al consumo di base, esclusi i prodotti alimentari e l'energia, dovrebbe rimanere al 3,1%, come un mese fa e come al picco di febbraio. Il valore mensile dell'indicatore dovrebbe mantenere il tasso di crescita di luglio dello 0,3%.
Come reagiranno i mercati al rapporto sull'inflazione al consumo?
Se il rapporto mostrerà cifre in linea con le previsioni di consenso, credo che difficilmente avrà un forte impatto sulle aspettative di riduzione dei tassi la prossima settimana. Ma se i dati cresceranno o, al contrario, diminuiranno anche solo leggermente, ci si possono aspettare movimenti evidenti.
Dunque, l'ipotesi è che il valore dell'indicatore superi le previsioni. In tal caso, è probabile che localmente il mercato azionario reagisca con un calo correttivo, poiché diminuirà la probabilità di immediata riduzione del 0,50% dei tassi di riferimento. Al momento, la dinamica dei futures sui tassi dei fondi federali mostra tale probabilità all'8,0%. Ma anche in questo caso, è certo al 100% che i tassi saranno ridotti dello 0,25%, una dato che è in realtà già scontato nei prezzi.
E ora passiamo alla possibilità di una inaspettata riduzione dell'inflazione. In questo caso, la probabilità di taglio immediato dello 0,50% aumenterà significativamente. La reazione del mercato sarà univoca: crescita della domanda di azioni, criptovalute e asset del mercato delle materie prime, oro compreso. Ma il dollaro sarà sotto pressione e l'indice ICE scenderà a quota 96,70 punti.
In sintesi, considero il quadro generale dei mercati moderatamente positivo per le attività rischiose e negativo per il dollaro.
Previsioni per la giornata:
#SPX
I CFD sui future SP 500 scambia al di sotto del livello di resistenza di 6547,00 in vista della pubblicazione del rapporto sull'inflazione al consumo in America. Se il rapporto non supera le aspettative o non diminuisce, ci si può aspettare che la crescita del contratto prosegua fino al livello 6600.00. Il livello di acquisto può essere quota 6553,00.
Litecoin
In vista della pubblicazione del rapporto sull'inflazione la criptovaluta scambia al di sotto del livello di resistenza 117.60, il cui superamento sull'onda delle notizie negative per il dollaro potrebbe portare il token a crescere fino a 123.40. Il livello di acquisto può essere quota 118,10.
