Ieri tutta l'attenzione si è concentrata sul discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Durante l'intervista, ha affermato che le prospettive per il mercato del lavoro e l'inflazione sono soggette a rischi, facendo eco alla sua opinione secondo cui i policymaker probabilmente avranno una strada difficile da percorrere, poiché dovranno considerare ulteriori tagli ai tassi di interesse.
"I rischi a breve termine per l'inflazione sono spostati verso l'alto e i rischi per l'occupazione verso il basso, il che crea una situazione difficile", ha detto Powell martedì alla camera di commercio di Providence, nel Rhode Island. "I rischi bilaterali significano che non esiste un percorso privo di rischi".
I mercati hanno reagito in modo ambiguo alle parole di Powell. Da un lato, il suo tono cauto, incentrato sui rischi persistenti, ha rafforzato la posizione di coloro che credono che la Fed agirà con cautela, evitando passi improvvisi verso un allentamento della politica monetaria. D'altra parte, il riferimento alla "strada difficile" e la necessità di considerare i tagli dei tassi sono stati percepiti come segnali di disponibilità a cambiare rotta in futuro, qualora le condizioni economiche lo richiedano. Tuttavia, il dollaro americano non è rimasto impressionato.
L'influenza delle parole di Powell sui mercati finanziari si è manifestata principalmente nella dinamica dei rendimenti obbligazionari. Dopo il suo discorso, si è registrato un leggero calo dei rendimenti obbligazionari a breve termine, il che indica le aspettative del mercato in merito a una possibile riduzione dei tassi nel medio termine. Allo stesso tempo, i rendimenti obbligazionari a lungo termine sono rimasti relativamente stabili, suggerendo incertezza sulle prospettive a lungo termine per l'inflazione e la crescita economica.
Powell non ha dato alcun indizio sul fatto che avrebbe sostenuto il taglio del tasso alla prossima riunione della Fed di ottobre. Tuttavia, durante la sessione di domande e risposte dopo il suo discorso, ha affrontato il clima politico teso intorno alla Fed e ha respinto le accuse secondo cui la Banca centrale ha agito per scopi politici nel prendere la decisione. "Stiamo cercando quel che meglio si adatta alle persone che serviamo", ha detto.
Ricordo che il presidente Donald Trump non sta solo spingendo la Fed a ridurre i tassi di interesse, ma è anche tra i repubblicani che accusano Powell di prendere decisioni sui tassi a favore dei democratici.
Le dichiarazioni di Powell sono state in gran parte in linea con le osservazioni fatte in occasione della conferenza stampa del 17 settembre, dopo cioè che i policymaker della Fed avevano tagliato il tasso di interesse di riferimento della banca centrale a un intervallo del 4-4,25%, il primo taglio dal 2025. Nel corso della conferenza stampa, Powell ha descritto la mossa come una "riduzione mirata alla gestione del rischio" volta a rispondere ai segnali sempre più preoccupanti del mercato del lavoro.
Tuttavia, martedì Powell ha continuato a sostenere che la Fed dovrebbe continuare a prestare attenzione alla possibilità che i dazi di Trump possano portare a un effetto inflazionistico sostenuto. Stando alle sue parole, il recente aumento dei prezzi è dovuto principalmente ai dazi, ma ancora si aspetta che sia un effetto "una tantum".
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