Ieri, il dollaro americano ha subito nuovamente una leggera svendita. Anche una serie di interventi da parte dei rappresentanti della Fed non hanno supportato il dollaro, poiché il tono delle dichiarazioni è diventato, a quanto pare, familiare per molti.
Ieri, le interviste a funzionari di alto livello della Fed, Bet Hammack e Austan Goolsbee, hanno confermato il fatto che l'inflazione è ancora percepita come una seria minaccia. L'assenza di dati freschi sull'inflazione a causa della sospensione delle attività governative aumenta ulteriormente le preoccupazioni, poiché ciò rende difficile una valutazione accurata della situazione economica attuale e la presa di decisioni informate.

Nonostante i progressi nella riduzione dell'inflazione negli ultimi mesi, sia Hammack che Goolsbee hanno sottolineato che è necessario osservare una tendenza sostenibile verso l'obiettivo del 2% prima di considerare la possibilità di un allentamento della politica monetaria. "Resto comunque preoccupata per l'alta inflazione e credo che la politica debba essere orientata a superarla," ha dichiarato Hammack. Il presidente della Federal Reserve di Cleveland ha anche notato che, secondo le sue stime, l'inflazione raggiungerà il target della Fed del 2% non prima di un anno o due dopo il 2026, il che corrisponde alla stima media di 19 membri della Fed. Questo significa che la Fed non potrà raggiungere il suo obiettivo per gran parte del decennio e rischia di radicare un'inflazione elevata nell'economia.
D'altra parte, l'approccio espresso ieri dal governatore Michael Barr sottolinea la necessità di bilanciare gli sforzi per ridurre l'inflazione con la garanzia della stabilità nel mercato del lavoro. Questo è particolarmente importante, poiché misure troppo aggressive per contenere l'inflazione possono avere un impatto negativo sull'occupazione e sulla crescita economica.
Tuttavia, vale la pena ricordare che, sebbene gli investitori valutino la probabilità di una riduzione dei tassi a dicembre come elevata, il presidente della Fed, Jerome Powell, mette in guardia contro conclusioni affrettate. Le sue recenti dichiarazioni indicano che la Fed prenderà decisioni basate sui dati economici in arrivo, valutando con attenzione i rischi e i benefici di ogni passo. Pertanto, il futuro della politica monetaria della Fed rimane dipendente dall'evoluzione degli eventi economici e dai sentimenti all'interno del regolatore.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico di EUR/USD, ora gli acquirenti devono concentrarsi su come conquistare il livello di 1,1550. Solo in questo modo sarà possibile mirare a un test di 1,1580. Da lì, si potrebbe poi cercare di raggiungere 1,1610, ma farlo senza il supporto di grandi operatori sarà piuttosto difficile. L'obiettivo più ambizioso è il massimo a 1,1636. In caso di calo dello strumento di trading, mi aspetto azioni significative da parte dei grandi compratori solo attorno a 1,1520. Se non ci sarà nessuno in quel punto, sarebbe opportuno aspettare un nuovo minimo a 1,1490 oppure aprire posizioni long a partire da 1,1470.
Per quanto riguarda l'attuale quadro tecnico di GBP/USD, gli acquirenti della sterlina devono concentrarsi sul superamento della resistenza più vicina a 1,3140. Solo così sarà possibile mirare a 1,3180, oltre il quale sarà piuttosto difficile avanzare. L'obiettivo massimo è nell'area di 1,3215. In caso di calo della coppia, i ribassisti cercheranno di prendere il controllo a 1,3100. Se dovessero riuscirci, la rottura del range infliggerà un colpo significativo alle posizioni rialziste e porterà l'GBP/USD verso un minimo di 1,3056, con possibilità di scendere a 1,3010.