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FX.co ★ Lo S&P 500 crollerebbe se Trump iniziasse una guerra commerciale contro la Cina?

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Forex Humor:::2024-11-15T14:03:21

Lo S&P 500 crollerebbe se Trump iniziasse una guerra commerciale contro la Cina?

Secondo Business Insider, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali, il mercato azionario statunitense è salito alle stelle, raggiungendo nuovi massimi. Questo è fantastico! Ben fatto!

Tuttavia, sebbene la vittoria del repubblicano abbia offerto al mercato azionario grandi opportunità di crescita, non è il momento di rilassarsi. Gli esperti affermano che Wall Street sta diventando sempre più vulnerabile ad altri rischi. Si tratta innanzitutto della possibile introduzione di dazi e dell’escalation della guerra commerciale con la Cina.

John Higgins, capo economista di mercato di Capital Economics, ritiene che il rischio maggiore per l'indice S&P 500 derivi dall'attuale politica della Cina. L'analista è preoccupato per la possibile reazione delle autorità cinesi a un nuovo conflitto commerciale con Trump. "Forse il rischio maggiore per l'indice S&P 500, dato il gonfiarsi della bolla dell'intelligenza artificiale, sarà la risposta della Cina alle attività delle aziende tecnologiche americane sul suo territorio", afferma Higgins.

Ricordiamo che durante la sua campagna elettorale, il repubblicano ha proposto di introdurre dazi del 60% su tutte le merci importate dalla Cina e tariffe del 10% sulle altre importazioni. Se fossero introdotti dazi del 60% sulle merci provenienti dalla Cina, Pechino non rimarrebbe a guardare e risponderebbe con misure aggressive. Alcune delle più grandi aziende americane, come Apple e Tesla, che producono e vendono i loro prodotti in Cina, subirebbero forti pressioni in una situazione simile. Tuttavia, J. Higgins ritiene improbabile un risultato del genere, poiché l’escalation della guerra commerciale danneggerebbe anche l’economia cinese, che sta affrontando difficoltà: “Le misure di ritorsione comprometterebbero l’immagine di una superpotenza responsabile, quindi è improbabile che la Cina adotti tali misure”, sostiene l’esperto di Capital Economics.

Invece, Pechino potrebbe adottare “misure di ritorsione più sottili, come limitare le forniture di metalli delle terre rare o di chip semiconduttori di vecchia generazione”, ha aggiunto Higgins. Questo permetterebbe alla Cina di salvare la faccia e di rispondere in modo dignitoso al secondo round di dazi di Trump.

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