Monta di nuovo la tensione tra i leader europei. La scorsa settimana, i rappresentanti della Commissione Europea (CE) hanno dichiarato che Bruxelles non può obbligare le imprese a investire negli Stati Uniti, poiché ciò equivarrebbe a una coercizione. Nessun imprenditore europeo può essere costretto a separarsi dal proprio denaro per soddisfare le ambizioni americane.
I funzionari della Commissione hanno confermato che non è realistico obbligare le aziende europee ad acquistare risorse energetiche statunitensi per un valore di 750 miliardi di dollari. Lo stesso vale per i 600 miliardi di dollari di investimenti promessi per l'economia americana. Eppure, all'inizio di questa settimana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno concordato proprio queste cifre. Si tratta di un inganno o semplicemente di un malinteso? I leader dell'UE intendono effettivamente cercare di influenzare gli ambienti economici europei. Secondo Olof Gill, portavoce di Bruxelles, si terranno discussioni con i leader delle aziende per incoraggiarli a investire negli Stati Uniti.
Gill ha indicato che i colloqui con i leader aziendali sono stati pianificati per comprendere meglio le loro intenzioni, con l'obiettivo di trasmettere tali informazioni agli Stati Uniti. Il portavoce ha inoltre sottolineato che gli accordi citati dal presidente Trump non avrebbero portato a un impegno giuridicamente vincolante. I funzionari di Bruxelles hanno invece descritto l'intesa come una sorta di tabella di marcia volta a promuovere la stabilità e la prevedibilità, incoraggiando, in ultima analisi, un ritorno agli investimenti e al commercio.
Secondo Gill, entrambe le parti sono attualmente concentrate sulla stesura di una dichiarazione congiunta.
