L'Unione Europea ha deciso che è ora di smettere di limitarsi a osservare le battaglie sull'intelligenza artificiale e stanzia un miliardo di euro per l'introduzione dell'IA nell'industria e nella scienza. Se l'anno scorso solo il 13% delle aziende europee utilizzava l'IA, entro il 2030 l'UE si pone l'obiettivo di introdurre l'IA nel 75% degli uffici e delle fabbriche, non meno di una discoteca con i robot.
Il commissario Henna Virkkunen, responsabile della sovranità digitale, ha spiegato che d'ora in poi l'IA non sarà solo un divertimento, ma un vero e proprio motore: dalla diagnosi del cancro (con la diagnosi che non viene fatta dal medico, ma dal nostro amico di ferro) alla guida autonoma (affinché le auto non discutano con i conducenti). A tal fine, si prevede di costruire delle “giga-fabbriche” di IA, ovvero fabbriche di supercomputer che elaboreranno i dati con grande difficoltà (ma in modo rapido ed efficiente).
Si prevede inoltre di abbracciare diversi settori, dalla medicina alla difesa, aumentando al contempo la competenza nel campo dell'IA, affinché nessuno confonda un “chatbot” con un interlocutore reale. Ursula von der Leyen dal suo scranno ha dichiarato che il futuro dell'IA deve essere costruito in Europa, e non altrove, a est o a ovest, affinché le decisioni siano intelligenti, rapide e accessibili.
Nel complesso, l'UE vuole che entro il 2030 i robot siano applauditi anche negli uffici più conservatori e che il resto del mondo guardi con rispetto all'IA europea come a un mix fenomenale di stabilità e progresso.
