Jerome Powell ha ripreso il timone della nave economica statunitense, assicurando che sta navigando su una “rotta stabile”, ma il motore - il mercato del lavoro - è al minimo. Intervenuto alla conferenza della National Association for Business Economics, ha riconosciuto che le assunzioni e i licenziamenti negli Stati Uniti hanno sostanzialmente subito una battuta d'arresto a settembre, mentre l'inflazione non accenna a diminuire.
Il presidente ha sottolineato che la Federal Reserve sta ora operando in base al principio di prendere decisioni politiche adeguate alla situazione attuale. In altre parole, è come un automobilista senza GPS: va da qualche parte finché non incontra un cartello con scritto “strada chiusa”.
Nonostante lo shutdown del governo, che ha privato gli economisti dell'accesso a dati fondamentali, il presidente della Fed insiste sul fatto che “l'economia potrebbe essere più forte di quanto pensiamo”. I mercati si chiedono come sia giunto a questa conclusione senza dati economici aggiornati.
Gli investitori sono ormai quasi certi che alla fine di ottobre verrà annunciato un altro taglio dei tassi di 25 punti base: Powell ha cautamente lasciato intendere che i tassi di interesse potrebbero essere nuovamente abbassati. L'esito della riunione di dicembre rimane incerto, ma i mercati sperano in un regalo di Natale da parte della banca centrale.
Jerome Powell ha poi onestamente ammesso che i rischi sono molti: “Non esiste una strada sicura nella definizione delle politiche”. I dazi imposti dall'amministrazione Trump stanno facendo aumentare i prezzi delle importazioni, mentre la pressione inflazionistica appare ora moderata. Tuttavia, qualsiasi passo falso potrebbe costare non solo il valore del dollaro statunitense, ma anche una buona dose di nervosismo alimentato dalla caffeina a Wall Street.