Bank of America ha deciso di rivelare chi è realmente responsabile del costante aumento dei prezzi negli Stati Uniti, che sembrano correre per raggiungere il proprio valore in dollari nel mercato azionario. A quanto pare i dazi di Trump non sono semplici commissioni. Essi fungono da significativa forza inflazionistica, spingendo i prezzi dei beni e dei servizi domestici a nuovi livelli.
Secondo gli economisti della BofA, proprio i dazi hanno contribuito per ben 50 punti base all'indice di inflazione core, ovvero l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE). Intanto, i consumatori stanno assorbendo il 50-70% di questi costi, creando di fatto una sorta di “tassa” sulla necessità di mangiare.
Gli esperti della banca avvertono che le aziende continuano a trasferire i costi delle tariffe sui consumatori anziché assorbirli e, se la tendenza dovesse continuare, ci si può aspettare un aumento dei prezzi ancora più marcato. Non sembra tuttavia che il Congresso sia eccessivamente preoccupato, dato che la Federal Reserve ha mantenuto sostanzialmente invariati i tassi di interesse, comportandosi come se tutto andasse bene e considerando l'inflazione solo come un problema di pubbliche relazioni.
Jeffrey Schmid, presidente della Federal Reserve Bank di Kansas City, sta prendendo decisioni basate sulle preoccupazioni inflazionistiche piuttosto che sugli indicatori economici reali. È così che gli Stati Uniti portano avanti la propria politica economica: assumendosi silenziosamente dei rischi in mezzo al rumore circostante.
