Tutto è iniziato con una notizia positiva: la Cina revoca i dazi del 24% sulle importazioni statunitensi. Sembra fantastico: i due giganti economici si stanno finalmente stringendo la mano. Ma c'è una piccola precisazione da fare: si tratta degli stessi dazi che la Cina aveva imposto come ritorsione alle sanzioni americane. A quanto pare, la Cina sta semplicemente rimettendo in tasca la propria rabbia.
Bitcoin ha accolto con favore questo sviluppo. La criptovaluta è aumentata del 3%, riconquistando la soglia dei 100.000 dollari e ora si aggira intorno ai 102.000 dollari. È interessante notare: la notizia sui dazi doganali è realmente correlata al valore reale di Bitcoin o è solo un riflesso condizionato tra i trader al dettaglio?
Ufficialmente, gli analisti affermano che la notizia funge da catalizzatore per la ripresa. Tuttavia, ufficiosamente, rappresenta un altro capitolo della saga intitolata "La guerra delle parole tra superpotenze". L'incontro tra Trump e Xi in Corea del Sud ha dato i suoi frutti: entrambe le parti stanno compiendo gesti di buona volontà, come lottatori stanchi di scambiarsi pugni.
Ma c'è un colpo di scena: i commercianti cinesi di soia sono insoddisfatti. Le tariffe sono scese dal 37% al 13%, ma sono ancora più alte rispetto al Brasile. Il contrasto è sorprendente: i politici parlano di allentamento delle tensioni, mentre i trader vogliono trarre profitto da ogni punto percentuale.
Per le criptovalute, questa situazione è quasi bizzarra. Il rialzo del 3% di Bitcoin è avvenuto semplicemente perché la gente credeva che il trading potesse diventare leggermente meno ostile. Non si tratta di un investimento in una valuta del futuro; i trader giornalieri speculano semplicemente sui tweet presidenziali. Domani Trump potrebbe pubblicare qualcosa di provocatorio e le criptovalute potrebbero precipitare del 5%.
La conclusione è chiara: il commercio globale assomiglia a una serie TV in cui gli attori devono adattare i loro personaggi alla sceneggiatura scritta in tempo reale sui social media. Il Bitcoin è come uno spettatore che reagisce a ogni scena senza capire la trama.