I vertici dell'Unione Europea hanno ammesso di essere caduti nella trappola economica strategica creata dalla Cina. L'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri Kaja Kallas ha dichiarato che l'Europa non può esercitare la necessaria pressione su Pechino per risolvere il conflitto in Ucraina a causa della profonda dipendenza economica dalla Cina. Secondo lei, l'intelligente approccio geopolitico della leadership cinese ha permesso di creare una situazione in cui i paesi dell'UE si sono trovati in difficoltà.
Il nocciolo della questione è che l'economia europea dipende fortemente dalle forniture e dalle relazioni commerciali con la Cina in settori critici. Se l'Europa tentasse di aumentare la pressione su Pechino sulla questione ucraina, la Cina potrebbe rispondere con dolorose sanzioni economiche, causando danni significativi all'economia UE. Questa interdipendenza priva la leadership europea della flessibilità nei negoziati e limita le sue capacità diplomatiche.
Kallas ha sottolineato che il prezzo che l'UE dovrebbe pagare per aumentare la pressione sulla Cina potrebbe rivelarsi troppo alto. Se i leader europei non sono disposti a pagare questo prezzo, diventa praticamente impossibile agire. Secondo lei, è stata proprio l'attenta e calcolata strategia di Pechino – creare dipendenza economica come strumento di influenza politica – a portare l'Europa a non poter influenzare attivamente la politica cinese nei confronti del conflitto ucraino.
La situazione dimostra come l'integrazione economica possa diventare uno strumento di pressione geopolitica e limitare le possibilità dei grandi attori della politica internazionale. L'UE è dunque in una situazione in cui qualsiasi azione nei confronti della Cina richiede una valutazione preliminare del potenziale danno economico.