Il trend al ribasso della coppia EUR/USD è chiaramente in fase di stallo: i ribassisti non riescono a consolidarsi al di sotto del livello di resistenza di 1,0550 (limite inferiore della nuvola di Kumo sul grafico giornaliero), nonostante i tentativi fatti.
Serve una spinta informativa
Per l'ulteriore sviluppo del movimento al ribasso, i venditori necessitano di un potente impulso informativo, mentre i dati di gennaio di ieri sul volume degli ordini di beni durevoli hanno lasciato un'impressione contrastante, consentendo agli acquirenti di organizzare un contraccolpo nell'area della 6a cifra. Non dimentichiamo però che la dinamica ribassista dell'EUR/USD può essere dovuta non solo al rafforzamento del dollaro, ma anche all'indebolimento dell'euro. E in questo contesto assumono particolare rilievo i rapporti sulla crescita dell'inflazione in Germania e nell'Eurozona, che saranno pubblicati nei prossimi giorni. Se i comunicati deluderanno con il loro "colore rosso", la coppia euro-dollaro sarà nuovamente sotto pressione. In questo caso, gli orsi cercheranno nuovamente di consolidarsi nella parte inferiore della 5a cifra, per rivendicare successivamente i territori meridionali al di sotto di 1,0500.
Ma cominciamo con le statistiche americane. Come accennato in precedenza, ieri negli Stati Uniti sono stati pubblicati i dati sul volume degli ordini di beni durevoli. L'indicatore è sceso del 4,5% contro la previsione di un calo del 4%. Si tratta del calo mensile più forte dal 2020, quando gli Stati Uniti hanno subito gli effetti della crisi del coronavirus. Esclusi i trasporti, i nuovi ordini sono aumentati dello 0,7% (la maggior parte degli esperti prevedeva che questa componente del rapporto non sarebbe cambiata). Sempre ieri sono stati pubblicati i dati relativi al mercato immobiliare statunitense: secondo il rapporto di gennaio, le vendite di case in sospeso sono aumentate addirittura dell'8% (si registra la crescita per il secondo mese consecutivo).
Ribasso terminato?
Tuttavia, gli operatori di mercato hanno interpretato i rapporti di ieri non a favore del dollaro: la coppia EUR/USD è tornata ancora una volta nell'area della 6a cifra. Oggi, gli acquirenti stanno cercando di sviluppare il loro successo, consolidandosi al di sopra dell'obiettivo di 1,0600.
Possiamo dire che in tali condizioni il ribasso dell'EUR/USD, osservato nelle ultime 4 settimane, sia terminato? Secondo me no. È prematuro trarre tali conclusioni.
Vediamo il grafico settimanale della coppia: il 2 febbraio, il prezzo ha aggiornato un massimo di più mesi (1,1034), dopodiché si è invertito e ha iniziato a diminuire sistematicamente e costantemente. Entro due settimane, la coppia è scesa di 350 pip a 1,0678. Poi c'è stata una pausa: durante la settimana, i trader hanno effettivamente segnato il tempo in previsione del prossimo impulso informativo. Non ci è voluto molto: venerdì scorso negli Stati Uniti è stato pubblicato l'indice core PCE, che ha fornito ulteriore supporto al biglietto verde. La coppia si è avvicinata al livello di supporto di 1,0510, ma non ha avuto il tempo di testarlo, a causa del "fattore di venerdì".
In altre parole, la tendenza al ribasso è accompagnata da pause e regolari contraccolpi al rialzo. Pertanto, l'attuale rimbalzo dei prezzi dovrebbe essere considerato come un'ennesima correzione: oggi non ci sono motivi fondamentali per un'inversione al rialzo.
L'inflazione europea metterà le cose in chiaro
Nei prossimi giorni (1 e 2 marzo) verranno pubblicati in Europa i più importanti report macroeconomici che o appesantiranno la coppia, creando le condizioni per un ritorno ai minimi della 5a cifra, oppure sosterranno l'euro (in questo caso, la coppia può testare il livello di resistenza di 1,0700 - la linea centrale delle bande di Bollinger sul time frame D1).
Così, mercoledì saranno pubblicati i dati preliminari sulla crescita dell'inflazione in Germania a febbraio. Ricordiamo che a gennaio l'inflazione tedesca ha sorpreso: quasi tutte le componenti del rapporto sono uscite in zona rossa. Su base annua, l'indice complessivo dei prezzi al consumo ha proseguito la sua tendenza al ribasso, scendendo all'8,7% (contro la previsione di calo all'8,9%). La tendenza al ribasso si registra da novembre 2022. Un risultato piuttosto debole è stato dimostrato dall'indice armonizzato dei prezzi al consumo sia in termini mensili (0,5% contro la stima del 1,2%) sia in termini annuali (9,2% contro la previsione del 10,0%).
Secondo le previsioni della maggior parte degli esperti, i dati di febbraio rifletteranno un ulteriore rallentamento dell'inflazione in Germania. Il CPI generale dovrebbe attestarsi intorno all'8,5%, armonizzato - intorno al 9,0%.
I dati tedeschi tendono a correlarsi con i dati europei, che saranno pubblicati giovedì (2 marzo). Le previsioni preliminari suggeriscono che l'inflazione nell'area dell'euro mostrerà nuovamente segnali di rallentamento. L'indice complessivo dei prezzi al consumo di febbraio dovrebbe attestarsi intorno all'8,1%, quello core intorno al 5,1%. E sebbene i tassi di inflazione rimarranno ancora a un livello inaccettabilmente alto per la BCE, una tendenza al ribasso sarà visibile ad occhio nudo (questo riguarda soprattutto l'inflazione generale). Se i dati rilasciati si riveleranno al livello previsto (per non parlare della zona rossa), l'euro potrebbe essere messo sotto pressione, poiché il rallentamento della crescita inflazionistica rafforzerà le posizioni "dell'ala accomodante" della BCE.
Conclusioni
L'attuale rialzo dell'EUR/USD è di natura correttiva, non ci sono ragioni fondate per un'inversione di tendenza oggi. Inoltre, nei prossimi giorni verranno pubblicati i comunicati più importanti per l'euro, che potrebbero esercitare una forte pressione sulla moneta unica. In tali condizioni, andare long sarebbe troppo rischioso. Sarebbe più ragionevole sfruttare la crescita correttiva per aprire posizioni short con il primo obiettivo a 1,0570 (la linea centrale delle bande di Bollinger sul grafico a quattro ore, coincidente con la linea Tenkan-sen) e il secondo obiettivo a 1,0530 (la linea inferiore delle bande di Bollinger sullo stesso time frame).