EUR/USD
Dopo l'impennata di ieri dei rendimenti dei titoli di Stato europei, il calo dell'indice azionario EuroStoxx50 dell'1,41% (DAX -2,29%), la discesa dell'euro dello 0,67% in un contesto segnato dal crisi politica in Francia, risulta evidente che un nuovo shock finanziario sta iniziando proprio qui – in Europa. Ne abbiamo scritto già il 19 agosto, e stavamo solo aspettando un taglio dei tassi da parte della Fed. Ma il mercato non ha atteso. Forse è stato meglio così, visto che nell'ultima settimana i volumi di acquisto sull'euro sono diminuiti – l'entusiasmo degli "euro-ottimisti" è calato bruscamente. Il volume di vendite di ieri è stato inferiore solo a quello del 30 luglio, quando l'euro era sceso dell'1,21%.
Il rendimento dei titoli di Stato francesi a 5 anni è arrivato al 2,885%, lo stesso livello di dicembre 2008. Tecnicamente, potrebbe crescere fino al livello di supporto di marzo 2008, pari al 3,38%. Se anche questo sarà superato, si ripeterà lo scenario della crisi di quel periodo, con il rendimento che potrebbe salire fino al 4,94%.
E i dati americani sui Manufacturing PMI? Molto buoni. I risultati sono usciti leggermente sotto le attese, ma comunque migliori rispetto ai dati di luglio: 53,0 contro 49,8 secondo Markit e 48,7 contro 48,0 secondo ISM.
Sul grafico giornaliero il prezzo sta scendendo sotto il livello di supporto 1,1632, l'oscillatore Marlin è entrato in territorio ribassista. Ora il prossimo obiettivo è 1,1495. Sembra che anche i Non-farm Payrolls non deluderanno.
Sul grafico a quattro ore il prezzo ha effettuato rapidamente un retest della linea di tendenza (freccia rossa) ed è sceso sotto il livello 1,1632. Marlin è in territorio negativo. Ora bisogna attendere la conferma della rottura del supporto raggiunto.