Le cattive notizie continuano ad essere buone per il mercato azionario USA. Per la prima volta dopo molto tempo, l'S&P 500 ha reagito di più ai dati sulle domande di sussidi di disoccupazione che alle statistiche sull'inflazione americana. Le richieste iniziali di sussidio sono salite al livello più alto dall'ottobre 2021, un'ulteriore prova di un mercato del lavoro in fase di raffreddamento. La fiducia degli investitori in una riduzione dei tassi sui fondi federali ha portato quest'anno l'indice azionario generale al 24° record.
Dinamica degli indici azionari statunitensi
Cosa è più importante per il mercato – l'allentamento della politica monetaria della Fed o la debolezza dell'economia americana manifestata dalle statistiche sull'occupazione? A rispondere alla domanda è stato il sondaggio MLIV Pulse. Due terzi dei 116 investitori intervistati ritengono che l'S&P 500 continuerà a crescere nel 2025 grazie ai tagli dei tassi della Fed. La cosa più importante è che il processo sia graduale. Un'espansione monetaria aggressiva farà cadere l'indice azionario generale nel panico legato alla recessione.
Le principali argomentazioni della minoranza "orso" dell'S&P 500 sono relative ai crescenti rischi di stagflazione, all'ipervenduto delle società nel settore tecnologico e alla possibile ripresa della politica protezionistica della Casa Bianca sotto forma di nuove tariffe.
In ogni caso, per ora il campo degli ottimisti è molto più ampio. L'S&P 500 è in costante crescita, anche grazie all'aumento del riacquisto di azioni, che riduce l'offerta di titoli azionari. JP Morgan stima che tali operazioni aumenteranno di 600 miliardi di dollari nei prossimi anni, dopo aver raggiunto un massimo di 1,5 trilioni di dollari nel 2025. La ragione principale è il ritorno del peso percentuale dei buyback sul totale della capitalizzazione dal livello attuale del 2,6% al 3-4%, valori che si registravano prima della pandemia.
Dinamica volumi di riacquisto di azioni da parte di società americane
Così, mentre il mercato del lavoro si raffredda lentamente e la Fed allenta gradualmente la politica monetaria, non c'è nulla che minacci l'S&P 500. I problemi potrebbero arrivare dall'esterno qualora gli USA e l'Europa lanciassero una guerra economica contro Russia, Cina e India, che andrebbe ad far crescere i prezzi del petrolio e ad accelerare l'inflazione. Ma Donald Trump ne ha bisogno?
I nuovi fattori trainanti del rally S&P 500 potrebbero essere il miglioramento del potere d'acquisto degli americani grazie al Big Beautiful Bill sui tagli fiscali, nonché l'annullamento dei dazi della Casa Bianca da parte della Corte Suprema. Il Tesoro definisce tale scenario catastrofico. Solo nel mese di agosto, ha raccolto un record di 30,1 miliardi di dollari di dazi all'importazione. Dall'inizio del 2025, l'importo totale delle commissioni ammonta a 171,9 miliardi di dollari, ossia 96 miliardi di dollari in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Tecnicamente, sul grafico giornaliero S&P 500, grazie al proseguimento del rally, è stato raggiunto il primo dei due obiettivi precedentemente espressi sulle long a 6565 e 6700. Questo livello-pivot passa da essere resistenza a supporto. Finché le quotazioni dell'indice azionario generale saranno al di sopra di esso, i trader dovrebbero mantenere l'enfasi sugli acquisti.