EUR/USD
Ieri l'euro ha compiuto un eccezionale balzo in alto di 105 punti, raggiungendo con precisione puntuale il limite superiore del canale di prezzo (1,1879).
I dati economici di Europa e Stati Uniti sono risultati positivi: per l'Europa si tratta degli indici di fiducia economica ZEW, per gli Stati Uniti della produzione industriale, delle vendite al dettaglio e della previsione di crescita del PIL per il terzo trimestre (3,4% contro il 3,1% della stima precedente). Se non fosse per il clima di nervosismo dovuto all'attesa di tre tagli dei tassi della Fed, il dollaro si sarebbe indubbiamente rafforzato; tuttavia, questa volta il modesto miglioramento degli indicatori europei (il sentiment economico di settembre a 26,1 contro i 25,1 di agosto e la produzione industriale di luglio a +0,3% rispetto al -0,6% di giugno) è stato accolto con entusiasmo, nonostante il calo del mercato azionario (S&P500 -0,13%) e un leggero ribasso dei rendimenti dei titoli di Stato americani.
Forse all'euro ha dato una mano anche il petrolio, salito del 2,12%, oltre all'expiry dei contratti valutari.
Tutti segnali di una correzione imminente. A nostro avviso, gli operatori hanno sovrastimato l'impatto dell'occupazione sulla politica della Fed. La causa è stata il malcontento di Trump per le dimissioni del direttore dell'Ufficio statistico del Dipartimento del Lavoro, E. MacEntarfer. Tuttavia, Jerome Powell, al Congresso di Jackson Hole, ha dichiarato che, in presenza di bassa occupazione e alta inflazione, la Fed darà priorità all'inflazione. E l'inflazione cresce da quattro mesi consecutivi. Il suo livello attuale, 2,9%, è superato solo da Giappone (3,1%), Regno Unito (3,8%), Messico (3,57%)...Pertanto, le aspettative di mercato su tre tagli dei tassi entro fine anno appaiono ancora più esagerate rispetto a gennaio, quando gli investitori si aspettavano sei tagli entro l'anno.
Oggi la Fed abbasserà il tasso dello 0,25%, perlomeno per non deludere un mercato obbligazionario che già da tempo sconta questa decisione, ma invierà un segnale molto deciso: non ci saranno altri tagli quest'anno. I dazi di Trump, infatti, stanno solo ora (da quattro mesi) alimentando questa inflazione.
Nel grafico su quattro ore, l'oscillatore Marlin mostra una crescita accelerata ed è entrato in zona di ipercomprato: segno di una possibile correzione.
Nei prossimi giorni ci aspettiamo il cambio EUR/USD a quota 1,1392 (minimo di agosto). I supporti a 1,1632 e 1,1495 sono ormai soltanto intermedi.