Il dollaro americano ha difficoltà a crescere dopo le notizie delle ultime settimane riguardanti il crescente disaccordo all'interno della Federal Reserve.
I funzionari hanno preso posizioni diverse in vista della riunione di dicembre sulla politica monetaria, il tutto mentre il presidente Jerome Powell continua a rimanere in silenzio: la sua ultima apparizione risale alla riunione della Fed di ottobre.

Il dramma si è intensificato alla fine della scorsa settimana, quando il presidente della Federal Reserve Bank di New York, John Williams, spesso considerato un fidato collaboratore di Powell, ha espresso il suo supporto a un abbassamento dei tassi dopo che altri funzionari si erano opposti all'idea.
Una serie di recenti dichiarazioni suggerisce che altri membri del Federal Open Market Committee, che stabilisce i tassi di interesse, sono ora nei fatti divisi sulle prossime azioni da intraprendere, un fattore che garantisce che alcuni voteranno contro la decisione del 10 dicembre, indipendentemente dal risultato.
Gli esperti fanno notare che in passato, sotto la guida di Powell, i disaccordi erano rari, mentre quest'anno sono aumentati. Con i funzionari che cercano di far fronte a questioni contrastanti, come supportare il debole mercato del lavoro e contenere l'inflazione, è dallo scorso giugno che non c'è una decisione unanime. Lo shutdown, che ha comportato il rinvio della pubblicazione di diversi dati economici chiave, ha ulteriormente complicato il raggiungimento di un consenso riguardo alla priorità degli obiettivi.
La fazione "falco" insiste sulla necessità di mantenere una posizione di attesa, argomentando con l'inflazione persistente. Si teme che ulteriori riduzioni dei tassi possano compromettere gli sforzi per stabilizzare i prezzi e portare a una nuova accelerazione dell'inflazione. Un gruppo di funzionari - più moderati - riconosce i progressi nella riduzione dell'inflazione e si preoccupa per il potenziale impatto negativo sul mercato del lavoro dei possibili futuri inasprimenti. Chiedono dunque un ulteriore allentamento della politica per sostenere proprio il mercato del lavoro e l'economia.
L'assenza di commenti pubblici da parte del presidente Powell aumenta l'incertezza riguardo alle prospettive della politica monetaria. Investitori ed economisti seguono attentamente qualsiasi segnale o suggerimento che possa indicare la direzione in cui la banca centrale intende muoversi. La riunione di dicembre si presenta come un momento cruciale per la definizione del futuro della politica monetaria e probabilmente causerà notevole volatilità nei mercati finanziari.
"Il fatto che Powell non stia partecipando attivamente alla discussione consente a ciascun membro del FOMC di esprimere la propria opinione e di essere ascoltato", afferma New Century Advisors. "Dà loro l'opportunità di sollevare opinioni divergenti, e questo è positivo, perché la situazione è complessa e tali dibattiti sono necessari."
E sebbene gli attuali dissidi stiano solo aggravando la situazione, lo scenario non è senza precedenti nella storia della banca centrale. Ci furono infatti significativi disaccordi negli anni '80 e '90, quando la persistente preoccupazione per la pressione sui prezzi spinse molti politici a temere un allentamento eccessivo. In ogni caso, la decisione di dicembre sembra destinata a essere la più complessa degli ultimi anni.
Per quanto riguarda l'attuale situazione tecnica dell'EUR/USD, i compratori devono concentrarsi su come conquistare il livello di 1.1530. Solo in questo modo potranno puntare a un test di 1,1565. Da lì, sarà possibile salire a 11585, ma farlo senza il supporto dei grandi investitori sarà piuttosto difficile. L'obiettivo più lontano sarà il massimo di 1,1610. Se il prezzo scende, mi aspetto azioni significative da parte dei grandi compratori intorno a 1,1500. Se non ci saranno acquisti in quell'area, sarebbe opportuno attendere il rinnovamento del minimo a 1,1470 o aprire posizioni long a partire da 1,1440.
Per quanto riguarda l'attuale situazione tecnica del GBP/USD, i compratori della sterlina devono conquistare la resistenza più vicina a 1,3120. Solo in questo modo potranno puntare a 1,3150, sopra il quale sarà piuttosto difficile sfondare. L'obiettivo più lontano sarà l'area di 1,3175. Nel caso in cui la coppia scenda, i ribassisti cercheranno di prendere il controllo di 1,3085. Se ci riusciranno, una rottura di questo range infliggerà un colpo significativo alle posizioni rialziste, portando il GBP/USD verso il minimo di 1,3060, con possibilità di scendere a 1,3040.