La Banca centrale europea ha iniziato a lavorare all'euro digitale già nel 2023. Il lancio ufficiale era previsto tra il 2026 e il 2027, ma non c'è ancora una data precisa. Di conseguenza, il CEO di Tether Paolo Ardoino ha deciso di tralasciare i dettagli burocratici e ha sintetizzato il tutto in modo semplice: “Babbo Natale porterà a tutti noi l'euro digitale”. Un modo diretto per suggerire che, anche se l'attesa potrebbe essere lunga, ci sarà comunque un regalo sotto l'albero.
Ma nel frattempo, la situazione natalizia sembra complicarsi: Francia, Italia e Austria chiedono una maggiore supervisione delle criptovalute ai sensi della legge MiCA, insoddisfatte delle differenze nella regolamentazione nazionale. L'AMF francese (l'autorità di regolamentazione finanziaria) ha persino minacciato di vietare alle società di criptovalute autorizzate in altri paesi dell'UE di operare sul proprio territorio.
Da parte sua, Tether ha rifiutato di stare al gioco. L'azienda ha deciso di non conformarsi ai requisiti MiCA per le stablecoin. Il risultato è che i suoi asset sono stati rimossi dalle principali piattaforme, tra cui Coinbase e Kraken. Si tratta di una sorta di “delisting natalizio”.
Il quadro che si è venuto a creare è molto intrigante: le autorità di regolamentazione discutono, le società si ostinano, i tempi di lancio non sono chiari, ma il CEO di Tether continua a promettere che Babbo Natale arriverà. Forse l'unica vera garanzia in questa storia è che se si tratta di Euro digitale non c'è mai da annoiarsi.
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