Le autorità Europee hanno deciso che è giunto il momento di ridurre la dipendenza dai sistemi di pagamento stranieri. Il 19 settembre, i ministri delle finanze dell'UE hanno concordato di procedere con il lancio dell'euro digitale, un portafoglio elettronico che sarà gestito dalla Banca Centrale Europea e fungerà da alternativa locale ai giganti globali come Visa e Mastercard.
Il progetto non è solo tecnico, ma anche simbolico. Oltre a consentire di pagare il caffè o fare acquisti online, l'euro digitale vuole essere una dichiarazione politica. Come afferma la presidente della BCE Christine Lagarde, è una questione di sovranità. In altre parole, l'UE vuole che i dati delle transazioni degli europei rimangano in Europa e non finiscano sui server in California.
Tuttavia, il lancio dell'euro digitale comporta il superamento del consueto processo legislativo dell'UE, articolato in più fasi. La prima bozza di legge è stata presentata nel 2023, ma non è ancora stata approvata né dal Parlamento Europeo né dal Consiglio dell'UE. I legislatori sperano di finalizzare il quadro giuridico entro la metà del 2026, con l'introduzione della moneta prevista al più presto nel 2029.
Stando alla versione della proposta recentemente rinegoziata, i ministri delle finanze avrebbero voce in capitolo nelle decisioni chiave, come ad esempio quando lanciare la moneta e quanto può essere detenuto dai cittadini. Non si tratta solo di dettagli formali: i limiti alle disponibilità sono fondamentali per evitare di innescare un trasferimento massiccio di depositi dai conti bancari tradizionali all'euro digitale, che potrebbe destabilizzare il sistema bancario.
Quest'anno il dibattito sull'euro digitale ha registrato un notevole aumento. Il motivo è chiaro: l'UE vuole ridurre la dipendenza da attori non europei in settori sensibili come l'energia, la difesa e la finanza. Per ora, ogni volta che gli europei acquistano generi alimentari, prenotano un volo o pagano un caffè, i loro dati di pagamento transitano attraverso piattaforme con sede negli Stati Uniti e giganti stranieri del fintech.
Nel frattempo, l'ascesa delle stablecoin, in particolare quelle basate sul dollaro statunitense, sta aumentando la pressione. La BCE considera l'euro digitale una risposta tempestiva a questa tendenza globale. Ma prima che gli europei possano effettivamente utilizzare l'euro digitale, ci sono molti ostacoli politici e tecnici da superare.
Sia le banche che i legislatori nutrono alcune preoccupazioni. Le banche temono che i clienti possano trasferire troppi fondi dai conti tradizionali, indebolendo potenzialmente il sistema finanziario. I legislatori sono preoccupati per i costi, la privacy e l'accoglienza che il pubblico riserverà all'iniziativa.
In una recente intervista a una radio irlandese, Christine Lagarde ha ribadito che sebbene le piattaforme straniere operino secondo le normative europee, i dati delle transazioni continuano a lasciare l'UE. Ecco perché l'Europa ha bisogno di una propria soluzione, nel caso in cui in futuro non potesse più fare affidamento sulle infrastrutture di altri.