Il mercato mondiale sta vivendo un déjà vu: l'intelligenza artificiale ha sostituito le dot-com, Nvidia ha sostituito Cisco e gli investitori stanno nuovamente cercando di seguire la tendenza, ma senza cadere nella bolla speculativa.
Sullo sfondo dei massimi record degli indici e della capitalizzazione di Nvidia, che ha superato i 4 trilioni di dollari, sempre più operatori di mercato ricordano la strategia degli hedge fund della fine degli anni '90: guadagnare sull'onda, ma lasciare la spiaggia prima della tempesta.
Allora, durante il boom di Internet, i fondi che non contestavano la bolla, ma la seguivano con competenza, superavano il mercato del 4,5% a trimestre.
Oggi la logica è la stessa. «Facciamo quello che ha funzionato dal 1998 al 2000», afferma Francesco Sandrini di Amundi. Sandrini nota i primi segnali di «ottimismo irrazionale»: l'entusiasmo per le opzioni sulle azioni delle società di IA. Invece di cogliere il momento del crollo, lui cerca la “seconda ondata”: società meno apprezzate nel settore del software, della robotica e delle tecnologie asiatiche.
Simon Edelstein di Goshawk Asset Management, veterano del mercato che ha vissuto in prima persona l'era delle dot-com, afferma senza mezzi termini: “Le aziende spendono trilioni per conquistare un mercato che ancora non esiste”. Secondo lui, la prossima fase della “febbre dell'IA” potrebbe estendersi ai settori correlati, dall'IT consulting alla robotica giapponese.
Riassume in modo semplice: «Quando qualcuno trova l'oro, comprate il negozio che vende le pale».
Alcuni lo fanno alla lettera. Fidelity International punta sull'uranio, prevedendo che i data center dell'intelligenza artificiale consumeranno sempre più energia. Carmignac trasferisce i profitti delle sette grandi a società più di nicchia come la taiwanese Gudeng Precision, che fornisce attrezzature per i produttori di chip.
Ma non sono tutti così entusiasti. Gli analisti avvertono che nessuna rivoluzione tecnologica è mai avvenuta senza eccessi. Pictet Asset Management intravede i “segnali di una bolla”: le aziende di IA stanno crescendo, ma non in modo uniforme. Il senior strategist Arun Sai ricorda che, anche se le fondamenta di Microsoft, Amazon e Alphabet sono solide, questo non rende il mercato invulnerabile.
Alcuni preferiscono guardare tutto questo da lontano.
Oliver Blackburn, gestore di portafogli presso la Janus Henderson, copre le posizioni tecnologiche americane con attività europee e mediche, affermando con grande chiarezza: “Viviamo nel 1999. Solo che la bolla non è ancora scoppiata”.